Il Trentino è fra le province italiane con una maggiore incidenza della superficie a vite per uva da vino coltivata con metodo biologico (13,3%). Nel 2021 ha raggiunto i 1.368 ettari con un ulteriore incremento di 66 ettari rispetto al 2020 delle superfici certificate biologiche e in conversione. Difesa e sostenibilità in viticoltura biologica sono i temi approfonditi, alla Fondazione Edmund Mach, nell’ambito del tradizionale incontro annuale dove sono state presentate le prove sperimentali in corso a San Michele e realizzato in collaborazione con il Centro di sperimentazione Laimburg. In apertura Claudio Ioriatti, dirigente del Centro trasferimento tecnologico della Fondazione, ha evidenziato che il consumo di vino biologico a livello mondiale è più che raddoppiato negli ultimi 10 anni e rappresenta ora il 3,5% del consumo totale. Tale evoluzione è stata sorretta da una costante espansione della superficie destinata alla viticoltura biologica che nel 2019 (ultimi dati disponibili) valeva poco meno di 470 mila ettari, di cui circa 400 mila in Europa (11,4% della superficie vitata), continente nel quale Italia, Francia e Spagna si contendono il primato con circa 100 mila ettari a testa
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