Il conto consuntivo 2020 dell’Inps mostra un avanzo di 88,415 miliardi di euro (in diminuzione di 20,491 sul 2019), un risultato d’esercizio negativo per 25,200 miliardi e un patrimonio netto che scende da 39,759 a 14,559 miliardi. E’ quanto emerge dalla relazione sulla gestione 2020 dell’Istituto nazionale della previdenza sociale, approvata dalla sezione controllo enti della Corte dei conti con delibera n.79/2022, in cui si evidenzia, nell’ambito delle entrate correnti (373,684 miliardi, in crescita di 18,460 sul 2019), un valore di quelle contributive pari al 60,25% di quelle accertate (225,150 miliardi, in valore assoluto). La crisi pandemica – ha aggiunto la Corte – ha inciso negativamente sulle entrate contributive per 11,061 miliardi di euro – determinando, invece, un aumento delle uscite per prestazioni istituzionali pari a 28,461 miliardi (359,517 miliardi in termini assoluti).
Agevolazioni contributive
Sul fronte delle agevolazioni contributive (17,471 miliardi), la Corte ha raccomandato la verifica preventiva sui requisiti di accesso alla riduzione del cuneo contributivo, per i casi di richieste di esonero contributivo derivanti dall’assunzione dei beneficiari. Sono state 237 (per un totale di 1.244.000 euro) le istanze di sgravio accolte, riferibili al credito di imposta per effetto di assunzioni di percettori di reddito di cittadinanza. Su 13.181 ispezioni in materia previdenziale, 8.477 hanno rilevato irregolarità. Sono 144.014 i lavoratori trovati in posizione irregolare, di cui 2.455 (circa il 2%) totalmente in nero. L’ammontare accertato della sorte contributiva omessa/evasa è di 375,808 milioni di euro nel 2020, rispetto ai 532,204 del 2019. Il numero di ispettori in forza all’Istituto è in costante calo, dai 1.073 del 2019 ai 1.020 nel 2020 (-4,9%).
Mitigazione del rischio povertà
Per il 2020, infine, la Corte ha dato atto all’ente dei risultati raggiunti nella mitigazione del rischio di povertà, svolta mediante l’erogazione, sia di prestazioni a sostegno del reddito di Cassa integrazione guadagni ordinaria, con causale Covid-19 (1.765.228.806 ore autorizzate, a fronte di 673.222.022 utilizzate), sia delle indennità Covid-19 (c.d. bonus) per una spesa di 6,002 miliardi. Le analisi complessivamente svolte dalla Corte si sono estese all’assetto organizzativo dell’Istituto, ai temi generali della riscossione dei crediti contributivi, della gestione del contenzioso e delle misure assistenziali, nonché alle previsioni statistico-attuariali della spesa pensionistica.