L’influenza è una malattia respiratoria complessa che colpisce in maniera grave gli anziani e i pazienti fragili. Studi scientifici recenti dimostrano l’importanza della vaccinazione ad alto dosaggio, come prevenzione rispetto alle complicanze gravi e alle ospedalizzazioni che comportano spesso anche un aggravio significativo dei costi a carico dei sistemi sanitari regionali e nazionale. E’ questo in sintesi il messaggio emerso nel corso dell’ultimo appuntamento della campagna di prevenzione Vaccinare è proteggere, che ha riguardato le regioni Puglia, Campania e Sicilia: Un occasione di confronto per migliorare l’attuale piano di vaccinazione antinfluenzale, garantendo una diffusione capillare e in piena sicurezza, organizzato da Sanofi. I dati nazionali relativi alla copertura vaccinale degli over65 nella stagione 2020-21, in cui la richiesta di dosi di vaccino da parte delle Regioni è stata eccezionalmente alta, restano comunque al di sotto della copertura minima ottimale del 75% indicata dall’Oms e dal ministero della Salute, e risultano molto disomogenei a livello regionale, toccando un minimo di 41% nella Provincia autonoma di Bolzano.
Vaccinazione ad alto dosaggio
Stefania Maggi, professoressa presso Cnr-Istituto di neuroscienze invecchiamento di Padova, ha sottolineato il ruolo della vaccinazione ad alto dosaggio come “arma preziosa particolarmente adatto alla popolazione anziana immunodepressa. La sua forza è dettata dal fatto di essere l’unico ad aver dimostrato non solo di proteggere dall’infezione ma è anche di ridurre le ospedalizzazioni sia associate all’influenza sia alle complicanze cardio-polmonari. I principali studi internazionali degli ultimi dieci anni ci dicono, infatti, che questo vaccino ha un’efficacia del 24% superiore al vaccino standard anche in termini di riduzione dei ricoveri”. In Italia, ha aggiunto la docente, “sappiamo che la popolazione ha un alto tasso di invecchiamento. L’influenza è tutt’altro che banale e quest’anno ci aspettiamo un’incidenza superiore rispetto agli ultimi anni pertanto invitiamo i cittadini ad usare questi vaccini che sono molto efficaci per proteggere non solo la nostra salute, ma anche per generare un impatto sul risparmio per la sanità pubblica”.
L’impatto economico
A sottolineare l’impatto economico dell’influenza è stato Francesco Costa, associate professor of practice Sda Bocconi School of Management: “l’influenza è una patologia che crea delle conseguenze sul sistema sanitario molto complesse da analizzare. Esiste un costo sociale della malattia anche se non ci sono analisi di scenario. I dati che abbiamo ci dicono che l’impatto dell’influenza sui costi diretti sono di circa 1,3 miliardi di euro. Il 14% di questi costi è associato alle fasce più fragili”. Sabrina Nardi, consigliere Salutequità, ha presentato i dati relativi alla copertura antinfluenzale delle tre regioni coinvolte, sottolineando come, nonostante il miglioramento registrato nelle ultime campagne, la Puglia (61,1%) sia ancora sotto la media nazionale (65,3%), mentre la Campania è al 66,1% e la Sicilia al 75,3%, con un +15,9% di differenza rispetto alle ultime due campagne antivaccinali. “Bisogna fare di più, vanno pensati percorsi integrati, vaccinazioni domiciliari, negli studi dei medici di famiglia, non possiamo permetterci di lasciare indietro nessuno. La vaccinazione è parte integrante del percorso di salute e di cura”.