Complici l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e una maggiore consapevolezza sui temi ambientali, nel 2022 torna di moda un movimento nato nel 2015 dall’idea di Brian Kateman, ricercatore della Columbia University nel dipartimento di ecologia e biologia ambientale, che si sta già affermando come una tendenza food di questo nuovo anno (secondo il report dei nuovi trend della catena di supermercati americana Whole Food). Si tratta del reducetarianesimo, un modo diverso di vedere e vivere la nutrizione, mettendo in atto un’alimentazione consapevole, sana e il più possibile ecosostenibile, che contempli ciò che fa bene alla nostra salute, a quella del pianeta e che tuteli il benessere animale. Prima di una dieta è quindi una scelta etica, morale e sostenibile, che inizia con i comportamenti quotidiani nel comprare meno alimenti che sono fonti di inquinamento e poco salutari, e prediligere invece cibi sani e freschi, prodotti in modo etico.
Come la pensano gli italiani?
Lo scorso anno, infatti, l’84% dei consumatori italiani si è interessato a saperne di più sui metodi di produzione della carne che compra, e il 75% sceglie di comprare carne di più alta qualità rispetto al passato. Questa la nuova sfida dei “reducetariani”: non rinunciare a bistecche e costate, ma controllare la quantità, e soprattutto la qualità, della carne che si mette nel piatto. Questa filosofia alimentare consiste quindi nel consumare poca carne e di livello premium, proveniente da aziende che promuovono un tipo di allevamento naturale, con animali allevati al pascolo. Parlando di carne di qualità, pensiamo subito alla pregiatissima carne di manzo irlandese un vero fiore all’occhiello di questa terra. L’Irlanda ha perfezionato nel tempo le sue tecniche di produzione, allevando principalmente razze come l’Hereford e l’Aberdeen Angus, ideali per la produzione di carni bovine per via della loro buona conformazione fisica e dell’alto grado di grasso intermuscolare che rende la carne così succulenta e tenera. Questa carne dal gusto distintivo, è facilmente riconoscibile per le sue caratteristiche cromatiche: il colore rosso borgogna della sua polpa, ricca di vitamine, e il suo grasso dorato che la ricopre e la ammorbidisce molto in fase di cottura.
La carne di manzo irlandese
A rendere la carne di manzo irlandese “buona per natura” è l’alimentazione Grass Fed: parliamo di capi di bestiame allevati al pascolo per gran parte dell’anno in armonia con la natura, che si nutrono di erba fresca, e selezionati tra le migliori razze per la produzione di carne di alta qualità. Uno dei punti di forza della produzione irlandese di carne bovina è, inoltre, il legame con la tradizione: l’allevamento del bestiame è praticato da secoli in Irlanda ed è tutt’oggi a conduzione familiare, e questo ne garantisce la tracciabilità certificata. Una qualità premiata dai consumatori italiani che, per il 23% scelgono carne Grass Fed, per il 25% danno preferenza alla tracciabilità e per il 29% sono attenti al benessere dell’animale. Il metodo di Brian Kateman è salutare, perché oggi l’occidente consuma un quantitativo eccessivo di carne, spesso di scarsa o pessima qualità; facile, perché il percorso di riduzione non comporta l’eliminazione della carne e dunque anche i più affezionati potranno gustarsi un buon filetto; etico, perché mangiare meno carne e favorire allevamenti di un certo tipo è una scelta che procura minor inquinamento e minor sfruttamento nei confronti delle bestie da allevamento, oltre a spingere ad allevare in maniera diversa, avvicinando il lavoro degli allevatori ai desideri del consumatore. La filosofia dei “reducetariani” vuole prima di tutto avere effetti positivi non solo per le persone, ma soprattutto sull’ecosistema.