Il Trentino chiede all’Università di Trento di avere un ruolo attivo per un migliore allineamento tra domanda e offerta di lavoro e nell’innovazione delle competenze per tutta la vita professionale. Dall’assemblea pubblica di ateneo è emerso anche un appello a UniTrento a essere sempre più tessitrice di coesione territoriale e protagonista di un sistema della ricerca scientifica attento alle ricadute locali oltre che a quelle di orizzonte più ampio. L’assemblea pubblica, prevista dallo statuto, viene convocata dal presidente del Consiglio di amministrazione dell’Università di Trento. Partecipazione e confronto. Il valore dell’ascolto per un ateneo orientato al futuro il tema dell’edizione 2022. La riflessione si è concentrata su ciò che l’ateneo può fare per il territorio e su ciò che il territorio può fare per l’ateneo. Schietto e vivace il dialogo dell’Università di Trento con stakeholder e cittadinanza. Il pubblico, oltre che nel dibattito, è stato coinvolto per la prima volta in alcune sfide su una piattaforma interattiva. Le domande hanno riguardato il ruolo dell’ateneo nel territorio, il rapporto con le imprese, l’area di ricerca su cui l’ateneo dovrebbe puntare di più nel prossimo futuro, il tasso di occupazione di laureati e laureate UniTrento, l’ambito della formazione continua e permanente nel quale si vorrebbe un coinvolgimento maggiore dell’Università.
Ricerca, elemento fondante di una comunità
L’intervento principale è stato quello di Daniele Finocchiaro, presidente del Consiglio di amministrazione di UniTrento, che ha richiamato il Trentino alla responsabilità: “Non dobbiamo dissipare la scelta, ormai decennale, di puntare sulla cultura e sulla ricerca per qualificare l’esistenza di una comunità. Perché di questo si è trattato, della decisione di investire risorse e intelligenze per costruire occasioni di crescita e di sviluppo. Ma non una crescita e uno sviluppo pur che fossero o di qualsiasi tipo. La crescita e lo sviluppo che la conoscenza, la ricerca, e l’innovazione potevano dare”.
Non sprecare risorse
Finocchiaro ha, poi, messo in guardia dal rischio di sprecare le molte risorse che il Pnrr mette a disposizione in progetti avulsi da un disegno d’insieme: “Ciò che s’impone è la necessita di una sempre più efficace e reale sinergia programmatica e di visione tra l’ateneo e tutti voi. Un proposito che ha accompagnato anche il lavoro istruttorio per la redazione del Piano strategico pluriennale che nelle prossime settimane verrà adottato da Senato accademico e sottoposto al vaglio del nostro Consiglio di amministrazione. Nella preparazione dell’assemblea, e anche qui al Teatro Sociale nel corso di questa mattinata, abbiamo raccolto molti stimoli. Stimoli che in qualche modo finiscono per ruotare sempre attorno alle due domande scelte dal professor Fraccaroli come elementi guida della nostra riflessione: cosa potete fare voi per l’Università e cosa l’Università può fare per voi”.
Il confronto
Franco Fraccaroli, prorettore al benessere organizzativo e ai rapporti con il personale e responsabile scientifico della fase preparatoria dell’assemblea di ateneo, ha raccontato l’avvio del confronto, iniziato nel novembre scorso e strutturato su tre tavoli nei quali ci si è interrogati su come l’ateneo possa essere d’aiuto al territorio e su come gli attori del territorio possano essere parte attiva nella programmazione strategica dell’Università. Ascolto e interlocuzione hanno coinvolto 26 persone in rappresentanza di 18 enti e istituzioni locali. “Dai lavori è emersa grande capacità di ascolto tra istituzioni di diversa natura e un forte e proficuo orientamento al futuro, nel pieno rispetto dei reciproci spazi di autonomia. Infine, molti degli elementi emersi sono stati utili anche per l’elaborazione del piano strategico pluriennale di ateneo che si sta completando in queste settimane» ha sottolineato Fraccaroli. Per il tavolo su “Valli, città e territorio”, il coordinatore Marco Tubino, referente scientifico del protocollo d’intesa UniCittà tra ateneo e Comune di Trento, si è soffermato sul ruolo dell’ateneo nella promozione della coesione territoriale e nell’accorciare le distanze territoriali, a cui gli stakeholders hanno richiamato UniTrento. Le strade per assolvere questo compit» riguardano la “partecipazione dell’ateneo, principalmente in collaborazione con le amministrazioni delle due città maggiori, la creazione di un ecosistema urbano favorevole allo sviluppo dell’Università, anche dal punto di vista edilizio, la vivacità dell’offerta culturale di Trento e Rovereto, la positiva interazione tra studenti e residenti” e un più ampio “intreccio delle relazioni istituzionali tra ateneo e territorio anche attraverso la validazione delle politiche pubbliche o delle azioni amministrative che a UniTrento viene richiesto da Provincia, amministrazioni comunali, enti, istituzioni del territorio”.
Innovazione e trasferimento tecnologico
Quindi, per ciò che riguarda la terza missione, con il coordinamento di Francesca Demichelis, prorettrice alla ricerca, si è indagato il nesso tra “Ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico”. Demichelis ha illustrato da una parte l’approccio di chi tende a sintetizzare l’intero processo nelle ricadute, dall’altro quello di chi affronta ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico come momenti diversi e separati. Si è discusso dell’Università di Trento come finestra sul mondo, della qualità come filo conduttore, delle occasioni e dei rischi del Pnrr. Demichelis ha raccolto l’auspicio “ad agire sempre più come sistema territoriale, lavorando su formazione, contaminazione, sensibilizzazione reciproca”. Infine sul tema “Innovare le competenze: una sfida di sistema”, coordinato da Riccardo Salomone, professore di diritto del lavoro a UniTrento e presidente dell’Agenzia del lavoro, si è riferito che dagli stakeholder sono arrivate sollecitazioni affinché l’ateneo si senta impegnato a fornire al territorio competenze, visione, punti di vista, lo sguardo su frontiere. L’Università è stata inoltre investita dagli stakeholders di una richiesta precisa: giocare un ruolo attivo affinché vi sia un migliore allineamento tra domanda e offerta nelle professioni richieste dal territorio. Il docente ha poi fatto delle considerazioni sulla necessità che ateneo e Trentino affrontino insieme il problema di trattenere giovani talenti.