Un quadro di frammentarietà della normativa e delle competenze amministrative, caratterizzato, anche dalla separazione tra la titolarità delle responsabilità nel rilascio delle concessioni, affidata agli enti territoriali, e la titolarità dei proventi pubblici che ne derivano, che sono in capo allo Stato. E’ quanto emerge dall’analisi condotta dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti nell’indagine “La gestione delle entrate derivanti dai beni demaniali marittimi”, approvata con delibera n. 20/2021/G. Sul piano amministrativo, la molteplicità degli enti, che a vario titolo intervengono nella materia, ha determinato una gestione del flusso delle entrate derivanti dai canoni demaniali marittimi non del tutto efficiente, pur se l’introduzione del nuovo modello di versamento “F24-Elide”, a partire dal 2017, ha fatto registrare sul piano finanziario-contabile una diminuzione dello scostamento tra previsioni definitive di competenza e versamenti totali.
Necessità di riordino
Per la magistratura contabile permane la necessità di un riordino e di una semplificazione delle procedure di riscossione dei canoni demaniali, sia riguardo al gettito da riscossione ordinaria che derivante da riscossione coattiva mediante ruolo. La sezione segnala, fra l’altro la necessità di una revisione complessiva del sistema delle concessioni demaniali, anche alla luce dell’ulteriore procedura di infrazione del 3 dicembre 2020 avviata dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia per il non corretto recepimento della “Direttiva Bolkestein”. Al riguardo, la Corte ritiene urgente un’adeguata implementazione del sistema informativo di gestione delle concessioni demaniali “SID – Il Portale del mare”, proseguendo con decisione nel percorso di coordinamento e collaborazione istituzionale tra tutti i soggetti coinvolti, a livello centrale e locale. E’ auspicabile, infine, la celere attuazione delle linee programmatiche per la valorizzazione dei beni demaniali sotto il profilo della redditività e delle potenzialità di sviluppo, in coerenza con i principi euro-unitari, oltre che per la tutela paesaggistica e ambientale, in parallelo alle opportune misure di miglioramento gestionale da parte dell’amministrazione concedente.