Cosa ci ha insegnato l’esperienza dell’HIV a 40 anni di distanza rispetto all’attuale emergenza da Covid-19? Ma soprattutto qual è l’andamento delle nuove infezioni? “Giornate di sensibilizzazione come quella che si celebra oggi – commenta il Direttore Generale dell’AIFA, Mario Melazzini – sono fondamentali per mantenere alta l’attenzione su un’emergenza di salute globale su cui l’informazione, la prevenzione e lo screening sono sempre necessari. E’ importante diffondere la giusta conoscenza sul virus dell’HIV e sulle modalità di trasmissione, sui centri di riferimento territoriali e soprattutto sull’importanza di un accesso precoce al test per riconoscere la sieropositività all’infezione, grazie al quale è possibile avviare tempestivamente il percorso terapeutico.” “I dati più recenti dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) – continua Melazzini – rivelano che l’incidenza delle nuove diagnosi di infezione da HIV si è mantenuta costante negli ultimi 4 anni ed è attualmente in lieve decremento e anche il numero di casi di AIDS è stabile. Tuttavia, per circa il 35% delle nuove diagnosi di sieropositività all’HIV il successo delle terapie è fortemente compromesso dal ritardo con cui le persone decidono di sottoporsi al test. Sono dati che dimostrano quanto sia ancora impegnativa la battaglia contro il virus dell’HIV, per quanto la ricerca clinica stia andando avanti negli ultimi anni. Sono state approvate a livello europeo diverse combinazioni di medicinali per il trattamento dell’infezione da HIV, ma sono ancora necessari nuovi trattamenti per migliorare la tollerabilità delle attuali terapie e per trattare infezioni da ceppi di HIV resistenti.
Evoluzione terapeutica
Nel prossimo futuro potrebbero essere disponibili evoluzioni delle terapie attuali e trattamenti con farmaci in grado di sopprimere la replicazione del virus dell’HIV, portando alla negativizzazione in tempi ancora più brevi rispetto a quanto avviene oggi. Tali terapie potranno consentire, tra l’altro, una riduzione nella probabilità di selezionare virus resistenti e, dunque, evitare riprese di carica virale. Si tratta inoltre di molecole che possono mantenere la loro efficacia a lungo, permettendo somministrazioni una volta ogni 3 settimane invece che una volta al giorno. Molti di questi farmaci sono in fase avanzata di sperimentazione clinica, per cui è plausibile che tra pochi anni possano diventare disponibili, rivoluzionando l’attuale terapia anti-HIV. Sono inoltre allo studio clinico vaccini terapeutici, ovvero vaccini in grado di stimolare la risposta immunitaria nei pazienti infetti, consentendo loro di controllare l’infezione in maniera naturale e dando la possibilità di assumere meno farmaci.
Il ruolo delle associazioni
Informazione e prevenzione continuano ad essere – e devono esserlo anche nel futuro – le parole d’ordine per arginare l’evoluzione dell’infezione da HIV. In questo contesto, fondamentali sono le associazioni. Ne è un esempio Anlaids Lazio che da anni contribuisce in modo esemplare a comunicare ai giovani con progetti mirati.
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