È un’aula di tribunale vera e propria. Con lo scranno del giudice, i banchi dei testimoni e quelli per l’accusa e la difesa e i tradizionali arredi in legno. L’atmosfera è quella che si respira durante un processo vero e proprio. Ma quest’aula non è in uno dei tanti tribunali italiani: è all’Università di Trento, dentro la facoltà di Giurisprudenza. Si tratta dell’ex-aula 3, ribattezzata aula Moot Court (aula “tribunale fittizio”), nonché aula di gestione del conflitto, che oggi è stata inaugurata della Facoltà dopo alcuni mesi di lavori. L’aula servirà alle studentesse e agli studenti per allenarsi nella gestione del conflitto, nella pratica forense, nella funzione giudicante di giudice o arbitro, in un ambiente del tutto simile a quello di un tribunale o di un collegio arbitrale, dove vengono assunte le prove, ascoltati i testimoni, pronunciate arringhe, emesse sentenze.
Formazione, prima di tutto
Da alcuni anni, infatti, alla facoltà di Giurisprudenza l’apprendimento sul campo è parte stessa della formazione studentesca. L’attività di Moot Court si ispira alla tradizione del sistema universitario anglo-americano, in cui costituisce parte ufficiale e costante della formazione degli studenti delle Law Schools. Si tratta di un’attività di simulazione di processi civili e penali. Gli studenti vengono allenati all’analisi di casi concreti, alla simulazione del ruolo di parte, di avvocato e di giudice nei vari passaggi del processo. Le memorie scritte, le esposizioni orali e il contraddittorio vengono organizzati con cura, in ogni dettaglio dai docenti della facoltà. Vissute dagli studenti e dalle studentesse con grande entusiasmo, queste attività costituiscono un’ottima preparazione alla futura professione legale che essi svolgeranno dopo la laurea. Ma la nuova aula della Facoltà di Giurisprudenza di Trento non servirà soltanto a simulare processi davanti al giudice o ad arbitri, ma anche sperimentare tavoli di negoziato e mediazione. Per questo, l’aula è stata denominata anche “Aula di gestione del conflitto”.
Nell’aula si trova, a questo scopo, un ampio tavolo rotondo attorno a cui gli studenti, nel ruolo di parte e avvocati, sono chiamati a simulare un negoziato o una mediazione per raggiungere un accordo che risolva la lite. Negoziare e mediare potrebbe sembrare cosa naturale e istintiva. Ma per essere efficace, richiede invece un’attenta preparazione. Gli studenti e le studentesse saranno educati e formati anche a questo, sulla scia di progetti di simulazione di negoziato e mediazione già da tempo promossi dalla facoltà e che hanno portato le squadre studentesche di UniTrento a guadagnare spesso il podio in competizioni nazionali e internazionali.
Il rettore Flavio Deflorian e il vicepreside della facoltà di Giurisprudenza, Alessandro Melchionda. A illustrare scopo e funzione dell’aula in relazione alle attività didattiche della facoltà è stata la professoressa Silvana Dalla Bontà, docente di Diritto processuale civile e delegata di facoltà alla didattica. “Un’aula come questa permette di coniugare le conoscenze teoriche con un’attività pratica, simulando un processo, un arbitrato, un tavolo di mediazione o di negoziato – ha spiegato Dalla Bontà -. Permette alla studentessa o allo studente di sentirsi protagonista, di prepararsi a svolgere la futura professione di avvocato, giudice, arbitro, mediatore o negoziatore. Questa è un’aula che guarda al futuro. È equipaggiata con le ultime tecnologie per consentire, ad esempio, collegamenti telematici, oggi fondamentali nelle udienze da remoto. Questa dotazione permetterà anche di stabilire collegamenti transfrontalieri: un punto di eccellenza che rafforza l’apertura internazionale della facoltà. La realizzazione è stata possibile grazie alle risorse ricevute tramite il fondo Dipartimento d’eccellenza”.