E’ arrivata anche quest’anno la Giornata mondiale della Terra. Dovrebbe essere ogni giorno la sua festa. E lo sappiamo bene. Lo sanno bene e forse anche meglio le donne e gli uomini che mettono le mani nella terra, che alla terra chiedono di restituire, dopo aver dato, prodotti. Della terra. Prodotti che sono frutto di fatica e genio, molte volte, nel mondo del vino si parla proprio anche di genio. Il 22 aprile 2021 è stata infatti la Giornata della Terra. Una ricorrenza che esiste dal 1970, ma per tanti motivi, in questo 2021 detto della ripartenza (ma purtroppo è ancora più che mai del Covid-19) in questo anno pandemico assume un significato ancora più evidente. Un evento, una data segnata sul calendario laico, che ha grande importante, ancora di più ci lega alla Natura, alla Terra e alle connessioni che i ricercatori stanno studiando (ma prima i vaccini!) con i disastri in Terra. Covid-19 compreso.
L’Earth Day ci connette con e per la Terra in un grande osservatorio, che a sua volta è connesso con tutto il mondo, ma proprio tutto, senza differenza di idee, genere, posizioni sociali. Un osservatorio umano (e innovativo, digitale!) per accendere tutti l’attenzione sul valore della terra. Per comprendere adesso e tutti insieme le priorità connesse alla sostenibilità, parola anche abusata (pace) che racchiude molti significati e niente affatto solo teorici, ma soprattutto di comportamenti. L’Earth Day è anche un gioco di parole: se sorridendo dietro la mascherina lo declini così – Heart Day – mettendo quell’acca davanti e non in fondo e capisci bene che ha anche giustamente quel significato. Il senso del bene più importante: per lei, per la Terra.
Il buono della vigna
È il bene che ogni giorno chi si occupa di vigna e di vino che “nasce” nella vigna, ma anche semplicemente (e di questi tempi non è proprio semplice) di agricoltura tiene in palmo di mano. E ha la responsabilità di farlo, dalla terra al seme, alla barbatella, al raspo, al grappolo, al calice di vino… Una responsabilità anche questa… sostenibile, come dicono gli esperti che ormai da anni si affannano come un tormentone a ribadire il concetto sostenibile come priorità, come urgenza. L’Earth Day è anche più che mai una maratona mediatica sostenibile. Rai e Sky hanno annunciato da giorni una copertura dei canali massiccia ed è umanamente impossibile seguire tutti gli speciali dedicati all’Earth Day. Il web interconnesso con il mondo – dal presidente Joe Biden in poi, globalmente e in tondo, è quasi una distrazione positiva dal tormentone (bollettino quotidiano) sull’andamento della pandemia. Che speriamo faccia riflettere e non poco. Perché lo scopo sia raggiunto, quello di una giornata internazionale della terra che si dovrebbe celebrare ogni giorno, possiamo solo contribuire tutti a tutti i livelli.
La sostenibilità, mantra del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese
Anche in cantina e nella vigna come sostiene Gilda Fugazza, presidente del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, sostenitrice di questo modo di pensare e di fare che dice: “Continuo a ripetere questa parola – sostenibilità – cercando di ampliare e approfondire allo stesso tempo il suo significato anche nei miei incontri quotidiani con il mondo della viticoltura. Scopro ogni volta che il suo significato lo abbiamo già digerito e talvolta superato con abilità ben consapevoli dell’importanza della tutela del luogo in cui viviamo, della tutela della terra da cui produciamo, dei prodotti che ci fanno vivere, della salute sostenibile e di quella economica, oltre che sociale”.
La situazione
Secondo un rapporto ISPRA sui dati del 2020: la pandemia ha favorito un calo del 9,8% di emissioni climalteranti. Il record nel settore dei trasporti: -16,8%. Durante la prima ondata della pandemia, caratterizzata dai primi, rigorosi, lockdown di industrie, trasporti, servizi e viaggi, una parziale consolazione veniva dalla speranza che il pianeta avrebbe potuto tirare il fiato per qualche settimana, come spiega un approfondimento di Earthday.it. Si ipotizzava che con gli uffici, le scuole, i negozi e le fabbriche chiusi, con aerei, traffico urbano, treni e trasporti pubblici fermi o ridotti al minimo, le emissioni globali di gas serra avrebbero potuto subire un netto calo, favorendo quell’obiettivo generale stabilito in sede Onu che vorrebbe portare all’azzeramento delle stesse emissioni nette entro il 2050. Sembra che i dati scientifici raccolti nell’anno del Covid confermino questa speranza, per lo meno per quanto riguarda l’Italia. Secondo l’analisi Ispra dei dati di tutto il 2020 il calo di emissioni di gas serra nel nostro Paese in calo del 9,8% rispetto al 2019 è ancora più positivo se si valuta che già nel 2019 si era registrata una diminuzione del 2,4% rispetto al 2018. Se in parte questo salto è dovuto alla Pandemia, è giusto pensare che in parte iniziano ad avere ragione anche le buone pratiche di transizione verso un’economia e una produzione di energia più sostenibili. E comunque questa è la strada.
Il rapporto Ispra
Nello stesso rapporto l’Ispra stima che le emissioni dovute alla produzione di energia elettrica sono calate del 12,6%, seguendo la diminuzione forzata dei consumi; quelle dei trasporti del 16,8%; del 9,9% per l’industria e del 5,8% del riscaldamento. Già dal rapporto Ispra che prendeva in considerazione il periodo dal 1990 al 2018 l’agricoltura aveva ridotto le emissioni di ammoniaca di circa il 23%; quelle di gas serra del 13%, mentre quelle di PM10 del 30%. Per quanto riguarda i mezzi tecnici, invece, dal 2003 al 2018 si registrava una riduzione dell’uso di agrofarmaci di circa il 28% e dei concimi chimici del 60%. Per quanto riguarda le emissioni da agricoltura e allevamenti, l’Ispra ha evidenziato che le emissioni (in calo) del settore agricoltura costituiscono appena il 7% delle emissioni di gas serra.
Zero economy
Prosegue con il ragionamento Gilda Fugazza: “Quando ci troviamo a ragionare sulla net zero economy 2050 ci sembra un mondo lontanissimo come se non ci riguardasse, invece è quello l’obiettivo comunitario, che si indirizza sulla neutralizzazione delle emissioni al 2050, ma su quella strada stiamo correndo da tempo e ci sono tanti mezzi da prendere. È di sicuro urgente e prioritario. Sono tutte sfide importanti sia dal punto di vista strategico che dal punto di vista organizzativo, ma sono percorsi urgenti, oserei dire obbligati. Siamo l’ultima generazione capace di cambiare senza dover pagare un costo esorbitante. E farlo per la terra dovrebbe mettere davvero tutti d’accordo. E’ un trend strutturale non è una moda, ci sono delle evidenze empiriche che il mondo sta cambiando e forse mai come prima in questo ultimo periodo ne abbiamo avuto indiscutibili certezze”.
Il potere rigenerativo dei sistemi alimentari
La più grande lezione mondiale sul potere rigenerativo dei sistemi alimentari a beneficio del Pianeta vede coinvolto il Ministero delle Politiche Agricole proprio ieri, in occasione della Giornata della Terra delle Nazioni Unite, con il Food for earth, organizzato da Future Food Institute e Fao e-learning Academy. Una maratona digitale globale di 24 ore sulla Sostenibilità. È davvero il più grande evento di sensibilizzazione alla tutela del Pianeta. L’evento per i 51 anni della Giornata Mondiale della Terra, attraverserà tutti i paesi del G20, il Mediterraneo, paesi emergenti e zone del mondo Patrimonio Naturale dell’Umanità. Fra le numerose figure istituzionali che partecipano, interverranno tra gli altri: il direttore generale Fao QU Dongyu, il vicedirettore e consigliere speciale Fao, Maurizio Martina, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli. La diretta della Global 24-hour Digital Marathon 2021 sarà trasmessa integralmente sul canale Youtube di Future Food Institute e sul sito www.foodforearth.org. Sulla pagina Facebook di Future Food Institute verranno trasmesse le due sessioni italiane.