Lo scopo è quello di umanizzare la cura e farsi carico del paziente, con le sue paure e le speranze e quel senso di affidamento alla comunità scientifica con cui condividere i valori interiori e più alti dell’individuo. È quanto ha pensato Francesco Merloni, capostipite di un grande gruppo industriale e custode egli stesso di quei valori di famiglia da trasmettere per favorire una risposta scientifica potente e salvaguardare la vita, quale bene prezioso in un’ottica di salute globale. Una storia a lieto fine che nasce dalla tragedia del Covid-19. La famiglia Merloni, titolare della Ariston Thermo, infatti, è stata messa a dura prova dalla pandemia. L’ingegner Francesco Merloni, 95 anni, e suo figlio Paolo sono stati ricoverati per circa un mese presso l’Ospedale Torrette di Ancona, dove sono stati curati dal dottor Marcello Tavio, Direttore Malattie infettive e anche Presidente della Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali, e dal dottor Aldo Salvi, Responsabile Medicina Generale. È stata dura, ma una volta superata la malattia, padre e figlio hanno preso un’importante decisione: la donazione di un milione di euro all’Associazione Veryditas, onlus sanitaria, presieduta dagli stessi medici Tavio e Salvi, impegnata con attività scientifiche e culturali a promuovere la tutela della salute e il miglioramento della qualità della vita. Una quota minoritaria, 200 mila euro, è destinata all’acquisto di beni e dispositivi medicali necessari per l’Ospedale Torrette; la quota principale invece dovrà essere impiegata per attività di ricerca attraverso progetti pluriennali.
“Chi è stato colpito dal Covid sa che l’esperienza della malattia può essere particolarmente severa – ha raccontato l’ingegner Francesco Merloni -. La guarigione è stata complessa, è stata un atto di resilienza fisica. La donazione di un milione di euro all’associazione Veryditas è un riconoscimento che la nostra famiglia vuole esprimere agli operatori sanitari dell’Ospedale Torrette di Ancona nel contrastare la pandemia”.
L’associazione
L’associazione non è solamente un’entità scientifica distante dalla popolazione, ma, come si legge nel suo statuto, Veryditas è laica, aperta, apolitica e volta a promuovere il metodo scientifico per lo studio della natura e della persona. “Un’azione di questa entità non si verifica tutti i giorni – ha commentato il dottor Tavio –. La famiglia Merloni ha dimostrato non solo grande generosità, ma anche sensibilità e intelligenza, perché questa donazione non finisce solamente in apparecchiature, ma anche e soprattutto in competenza degli operatori. Non sarò mai grato abbastanza a questa famiglia per aver scelto di declinare la generosità in un modo così inedito, perché puntare sulla professionalità invece che su cose concrete e visibili è qualcosa che va a beneficio del territorio, quindi a beneficio di tutti. È stato un grande privilegio conoscere l’ingegnere: quando è stato ricoverato, io e il dott. Aldo Salvi abbiamo profuso tutte le nostre forze per salvarlo, ma lui da parte sua ha messo in campo uno spirito, una pazienza e una serenità determinanti per tornare alla vita”.
Formazione e ricerca
“Formazione e ricerca non sono perituri – aggiunge il dottor Salvi –. Occorre che sia alimentata la possibilità di fare tramite protocolli di studio comuni oltre gli stessi strumenti a disposizione. L’associazione Veryditas nasce dal Covid e dalle sfide che questa patologia ci ha posto, ma vuole andare oltre, con l’ambizione di rimanere attiva anche quando, speriamo presto, il Covid diventerà un ricordo. L’obiettivo è di dare profondità di campo alla generosità della famiglia per portare beneficio al territorio, quindi alle persone concrete che potrebbero avere bisogno di un ospedale efficiente e di cure moderne. Le conquiste della scienza sono conquiste per il genere umano”. “Investiremo molto sulle competenze degli operatori – conclude Tavio –. Tra gli ambiti su cui intendiamo puntare vi sono il rapporto persona e malattia; come iscrivere la salute dell’individuo nella collettività e a sua volta quest’ultima nella Salute Globale; il rinnovamento del linguaggio medico-scientifico che ha portato a nuove forme di interazione medico/paziente anche con il supporto dell’intelligenza artificiale; la gestione dei dati sanitari e l’implementazione delle nuove tecnologie; la comunicazione all’interno della comunità scientifica e i rapporti di questa con la società civile”. Commosse e riconoscenti le parole di Francesca Merloni, che ha voluto ringraziare con affetto i giornalisti e gli operatori della comunicazione per la discrezione e il tratto umano, sensibile e delicato, dimostrato nell’aver raccontato questa drammatica pagina della loro famiglia.