“Il mercato agroalimentare nel quale opera l’Italia fa gola ad altri. Vuole essere utilizzato il Nutriscore per portare via la nostra capacità di esportare prodotti con alto valore aggiunto, quindi mercati molto ricchi, a favore di chi non ha accesso a questi mercati. È inaccettabile. Questo sistema di etichettatura è un pericolo. Non si può distruggere il sistema agroalimentare italiano. L’Italia deve fare una battaglia come sistema Paese. Non possiamo permetterci un sistema che metta un bollino senza dare informazioni e che non faccia capire il senso di una dieta equilibrata. E’ un sistema inconcepibile, ingiustificato e ingiustificabile”. Parole del Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, che arrivano in Audizione alla Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, proprio nel giorno in cui un team di 279 scienziati di tutto il mondo, tra cui diversi italiani, hanno firmato un appello chiedendo alle autorità d’Europa e del mondo di implementare il percorso di adozione di questo discusso sistema di etichettatura.
Nel frattempo, però, la questione di caratura internazionale diventa anche politica a livello italiano, perchè tra i firmatari, insieme a nomi autorevoli come Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, c’è anche quello di Walter Ricciardi dell’Università Cattolica del Sacrocuore e consulente del Governo per l’emergenza Covid, come sottolinea il Sottosegretario all’Agricoltura Gian Marco Centinaio.
Giù le mani dall’agroalimentare
“Ancora un attacco al nostro Made in Italy – sottolinea il Sottosegretario all’Agricoltura, Gian Marco Centinaio -. E stavolta ancora più grave perché arriva da chi non ti aspetti. Da notizie di stampa apprendiamo che Walter Ricciardi, consigliere del Ministro della Salute, Roberto Speranza, e rappresentante Oms, avrebbe firmato insieme ad altri accademici un appello francese per sostenere il Nutriscore, sottolineando anche che il Nutrinform, l’etichettatura a batteria sostenuta dal nostro Paese, è inefficace. Ancora più grave che nello stesso documento si affermi che il Nutrinform sia sostenuto da gruppi lobbistici, e non supportato da dati scientifici. Come dire che i ministri italiani sono dei lobbisti. Non è il prodotto che fa male, quanto la dieta che accompagna quel prodotto”. Da Coldiretti a Confagricoltura, alla Cia-Agricoltori, insorgono le organizzazioni agricole, che chiedono chiarimenti al Governo.