Con 7 milioni di morti premature stimate l’inquinamento dell’aria è considerato la principale causa ambientale di malattia e di morte nel mondo. Inoltre, nonostante i progressi delle attuali politiche per la sostenibilità, la qualità dell’aria nelle città più popolate è ancora bassa e, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, circa il 99% della popolazione mondiale respira aria che supera i limiti delle linee guida dell’Oms. Secondo i dati raccolti da una ricerca recentemente pubblicata dalla prestigiosa testata The Guardian, inoltre, il 98% dei cittadini europei respira aria di pessima qualità ed inquinata oltre i livelli di guardia, causa di oltre 400mila morti premature. Questo enorme onere sanitario potrebbe essere evitato attuando interventi economicamente vantaggiosi, come la vaccinazione contro la polmonite e un migliore accesso ai servizi di prevenzione e ai farmaci per inalazione.

L’appello di Aipo-Its/Ets e di Sip-Irs

Alla luce di questi dati, le due società scientifiche in occasione della Giornata del respiro sono tornate a sensibilizzare opinione pubblica e istituzioni all’importanza di respirare un’aria più pulita, proprio perché esiste un collegamento diretto tra la qualità dell’aria e la salute della persona. “Credo fermamente che la pneumologia debba far sentire la sua voce sul fronte della prevenzione, e non solo su quello della fase acuta e della riacutizzazione – ha detto il presidente Aipo-Its/Ets Claudio Micheletto -. E dato che di una buona prevenzione fa necessariamente parte – oltre allo stile di vita, all’alimentazione, all’aspetto vaccinale – anche il contesto ambientale, ecco che il rapporto tra cura dell’ambiente e salute, in particolare respiratoria, è fondamentale. Non vi sono più dubbi, infatti, sulla la correlazione tra malattie respiratorie, inquinamento atmosferico e condizioni climatiche e nemmeno sulla grande responsabilità delle polveri sottili nell’aumentato rischio di neoplasie polmonari, anche se il primo fattore di rischio per il tumore al polmone resta sempre il fumo di sigaretta. Per questo la Giornata del respiro è importante: per informare, per creare tavoli di lavoro comuni con le Istituzioni, e anche per mettere in guardia. Sintomi come una tosse insistente, una sensazione di oppressione al petto e fiato corto, o ripetute infezioni respiratorie devono essere interpretati come segnali d’allarme e condurre al più presto dallo pneumologo”.

Fabiano Di Marco, professore ordinario in malattie dell’apparato respiratorio del Dipartimento di scienze della salute dell’Università di Milano e presidente Sip-Irs invita a “osservare luci e ombre per quanto riguarda il legame tra prevenzione, cura dell’ambiente e salute respiratoria. Ad esempio, per quanto riguarda la prevenzione primaria, ovvero il cambiamento delle abitudini e dei comportamenti scorretti, siamo purtroppo dinanzi ad un sostanziale fallimento. Infatti l’esposizione al fumo da sigaretta, da tabacco riscaldato o da sigaretta elettronica è ancora molto alta, con percentuali altissime fra i giovani, inoltre le strutture sanitarie sono costrette a indirizzare verso il trattamento delle malattie le loro risorse e i centri antifumo sono pochi. Sempre sul piano della prevenzione primaria – continua il professor Di Marco – e quindi dell’inquinamento atmosferico, di quello prodotto dalle industrie e dal traffico veicolare, anche i cittadini sono chiamati a fare la loro parte, tollerando gradi in meno nelle abitazioni e usando in modo saggio i riscaldamenti. A questo proposito va ricordato che c’è stato un grande piano per l’efficientamento energetico che in genere ha trascurato l’edilizia popolare. Fattore fortemente positivo della prevenzione, invece – conclude – è l’efficacia dell’attuale trend vaccinale, sia per quanto attiene, ad esempio, alla vaccinazione antipneumococcica sia per quel che riguarda il vaccino per il Virus respiratorio sinciziale, già disponibile e per il quale ci auguriamo che la campagna vaccinale riesca a partire nei prossimi mesi”.