La Simm, Società italiana di leadership e management in medicina, è tra gli stakeholder che sono riusciti a convincere il legislatore ad approvare la modifica della norma sulla privacy, a seguito del documento sottoscritto insieme ad Aiom, Anmdo, Cipomo, Cittadinazattiva, Fiaso, Fondazione Periplo, Associazione Periplo, Fondazione ReS, Siiam, Sibioc, Sin, siglato lo scorso 20 febbraio e presentato alle istituzioni. È infatti di settimana scorsa la notizia dell’approvazione, in legge di conversione del Decreto Pnrr, di una importante modifica all’art.110 del Codice Privacy, proposta dalla senatrice Loizzo e dal senatore Ciocchetti. Secondo la nuova formulazione, nell’impossibilità di ottenere il consenso dell’interessato, i dati personali possono essere trattati per fini di ricerca scientifica in ambito medico, biomedico ed epidemiologico a condizione che sia ottenuto il parere favorevole del competente comitato etico e che siano osservate le garanzie dettate dal Garante per la protezione dei dati personali. Dunque, in poche parole, è stato eliminato il requisito obbligatorio dell’autorizzazione preventiva da richiedere al Garante Privacy, sostituito dal mero rispetto delle garanzie eventualmente indicate dal Garante nelle Regole deontologiche sul trattamento di dati per fini di ricerca.
Ammodernamento del Ssn
Mattia Altini, presidente della Simm: “La notizia dell’approvazione dell’emendamento all’art 110 del codice privacy mi riempie di gioia per l’importante passo che segna nel percorso di ammodernamento del nostro Ssn. Un percorso che Simm sostiene da tempo e continuerà a sostenere, fungendo da ‘catalizzatore dei processi di innovazione’ e da ‘collettore degli stake-holders dei processi’, come è stato in questo specifico caso. L’emendamento, che è stato sostenuto da Simm con il documento ‘open privacy’ sottoscritto da 12 società scientifiche e da Cittadinanza Attiva, ‘libera’ finalmente la ricerca retrospettiva pilastro della conoscenza che ha impatto sulla vita e sui diritti dei pazienti, come sancito dal Ccne. Tuttavia, non ci possiamo fermare qui: se non si superano le barriere al secondary use dei dati sanitari per costruire un flusso informativo continuo dall’ospedale al territorio, non sarà possibile realizzare il potenziamento delle reti di assistenza di prossimità attraverso il DM 77/2022. Questo è lo scenario su cui stiamo lavorando per proporre, ai tavoli istituzionali, una soluzione che sia a vantaggio della salute dei cittadini e dell’intero servizio sanitario”.