“La scienza, e di conseguenza la capacità di cura, è il primo dei compiti che caratterizza oggi l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Essa è la risposta concreta che date alle accorate richieste di aiuto di famiglie che domandano per i loro figli assistenza e, ove possibile, guarigione”: lo ha detto Papa Francesco ai circa 4 mila dipendenti, volontari, pazienti con le loro famiglie riuniti nell’Aula Paolo VI in Vaticano per un’udienza particolare in occasione dei 100 anni dalla donazione dell’ospedale alla Santa Sede da parte della famiglia Salviati. “L’eccellenza della ricerca biomedica – ha aggiunto il Santo Padre nel suo discorso – è dunque importante. Vi incoraggio a coltivarla con lo slancio di offrire il meglio di voi stessi e con un’attenzione speciale nei confronti dei più fragili, come i pazienti affetti da malattie gravi, rare e ultra-rare”. Prima dell’intervento del Santo Padre il presidente del Bambino Gesù, Tiziano Onesti, si è rivolto alla comunità dell’ospedale con queste parole: “Curare non è solo un atto medico. È una parola che esprime attenzione, premura e diligenza nelle cose che facciamo ad ogni livello, qualunque sia il nostro ruolo e il nostro mestiere. L’ospedale è un corpo unico e tutti facciamo parte di questo corpo e di questa famiglia. Insieme possiamo affrontare tutte le sfide che abbiamo davanti e continuare a portare avanti questo progetto così importante e meraviglioso che è l’ospedale Bambino Gesù, l’ospedale del Papa, l’ospedale che cura e accoglie i bambini del mondo”.
C’è tanto desiderio di pace nei disegni e nei pensieri dei piccoli pazienti del Bambino Gesù che due di loro hanno donato a Papa Francesco alla fine dell’udienza di oggi. Grandi arcobaleni colorati, colombe e bambini stilizzati con i palloncini che sorridono come dovrebbero fare tutti i bambini del mondo. “Vorrei la pace nel mondo e che i bambini stanno bene – scrive Alessandro di 12 anni -. Vorrei tante cose ma tante quindi mettiamo fine alla guerra per favore!!!” e Claudia aggiunge: “Vorrei per tutti i bambini niente guerra, solo giochi”. C’è chi esprime l’apprezzamento per il pontefice con la confidenza che solo i piccoli possono avere: “Caro Papa mi piaci tanto – afferma Martina – perché sei un vero costruttore di pace” mentre Luca scrive: “Caro Papa ti voglio bene. Sei saggio come mio nonno”. E poi il pensiero per i bambini malati: “Vorrei che tutti i bambini avessero la possibilità di curarsi” confida Sara al Papa, mentre Samuele lo ringrazia: “per le cure che offri a tutti i bambini”. L’augurio più sincero per la salute di Francesco lo firma Vincenzo: “Caro Papa Francesco, spero che tu guarisci presto. Anche io non sto bene e spero di guarire presto”.
Fanno eco al coraggio dei piccoli guerrieri nell’affrontare la malattia i pensieri dei genitori raccolti dai canali social del Bambino Gesù e proiettati in un video prima dell’arrivo del pontefice: “Sembra paradossale – afferma mamma Enrica – che l’aiuto per superare l’ostacolo venga proprio dal sorriso di un figlio che ha conosciuto la sofferenza troppo presto, ma è così” e per Matteo, papà di Elena: “A volte mi trovo ad osservare la forza di mia figlia nell’affrontare cure e rinunce e il mio dolore diventa secondario: prevale l’ammirazione”.
Al Bambino Gesù che nel 2024 celebra “l’anno del dono” va il ringraziamento delle tante famiglie che hanno trovato tra le sue mura il dono dell’assistenza e della cura: “Siamo tornati tra quelle mura – scrive Ester, mamma di Francesco – riascoltando l’assordante rumore dei silenzi in sala d’attesa. La fede, il coraggio e la fiducia in tutti loro ci hanno donato la vita. È dura, tanto dura, ma il dono che lascia questo percorso è il più bello”.