Una delle sfide più importanti che dovrà affrontare l’umanità nei prossimi anni sarà quella del conservare l’energia rinnovabile. Lo stoccaggio nel breve termine è relativamente semplice, come il suo utilizzo istantaneo. Si complica, e di molto, la gestione sul medio o lungo termine. Ci sono picchi di surplus che non sono facili da distribuire lungo la rete elettrica istantaneamente: le batterie non bastano più, ce ne vorrebbero di gigantesche e sarebbero molto costose anche nella gestione. Su questo fronte opera da anni Res Italia (Reliable Environmental Solutions), società cooperativa con sede a Ravenna, fondata nel 2004 da Chato Della Casa. L’azienda è impegnata nello sviluppo e nella promozione di applicazioni e soluzioni impiantistiche innovative, basate sulla digestione anaerobica. Oggi Res è una eccellenza italiana nella ricerca e nell’innovazione fino alla fase di prima prototipazione, al comando ci sono tre soci. Il presidente è Davide Bersani, 48enne laureato in ingegneria meccanica e progettista di macchine e impianti R&S, in azienda si occupa di progettazione per la realizzazione di impianti prototipali ed attrezzature sperimentali. Chato Della Casa, 51enne, è il vice-presidente: laureato in scienze ambientali e architetto paesaggista. In Res si occupa in particolare del settore biogas e collabora alle attività di progettazione di impianti, studio e analisi di biomasse, progetti R&S e realizzazione delle attrezzature sperimentali. Infine Stefano Silvi, 44enne laureato in ingegneria edile-architettura e certificatore energetico in edilizia abilitato nella Regione Emilia-Romagna.

L’innovazione

La più recente innovazione proposta ha potenziali applicative straordinarie. Si tratta infatti di un impianto di metanazione biologica, realizzato per l’Agenzia Sardegna Ricerche, presso la sua sede operativa nella zona industriale di Cagliari. Di fatto, l’impianto è costituito da un reattore nel quale crescono dei ceppi batterici specializzati che si nutrono di anidride carbonica (immessa tramite bombole in questa fase sperimentale, ma di fatto uno degli inquinanti che più causano problemi all’ambiente) e idrogeno (prodotto dall’idrolisi dell’acqua). Quest’ultimo processo ha bisogno di energia per realizzarsi, che può essere energia green prodotta da eventuali eccessi di energia rinnovabile non programmabile, la quale viene immagazzinata sotto forma di metano attraverso la conversione dell’idrogeno proprio tramite metanazione biologica. Si passa così, ad esempio, da un surplus di energia solare, non immagazzinabile a lungo termine in batterie, a metano, risorsa energetica tipicamente stoccabile e conservabile senza complicazioni enormi.