Dopo i recenti rallentamenti, è a rischio l’eliminazione dell’Epatite C in Italia entro il 2030 come prospettato dall’Oms, ma anche la perdita dei vantaggi acquisiti con le buone performance di test e trattamenti effettuati in questi anni. Serve quindi un rilancio della campagna di screening, che coinvolga anche le altre classi d’età rispetto a quelle già coinvolte in questi mesi: il medico di medicina generale può così rivelarsi strategico. Da qui parte la nuova campagna lanciata dalla Società italiana di medicina generale e delle cure primarie in occasione del 40° congresso nazionale.
Gli strumenti di Simg per i medici di famiglia
Grazie ai nuovi farmaci antivirali, che consentono di eradicare l’Hcv definitivamente, senza effetti collaterali e in poche settimane, in questi anni in Italia sono state trattate oltre 250mila persone, ma si stima che resti un sommerso di altri 250-300mila circa, da ricercarsi soprattutto in popolazioni chiave come detenuti e tossicodipendenti. A queste e alle coorti di età dei nati tra il ’69 e l’89 sono stati riservati i fondi per gli screening stanziati nel 2020, il cui utilizzo, ritardato dalla pandemia, sta entrando nel vivo proprio in questa fase, ma serve una proroga e un allargamento alle classi d’età più anziane. “In questi mesi sono partiti molti dei programmi di screening varati dalle Regioni, ma devono essere ulteriormente implementati per sensibilizzare le persone sul fatto che l’infezione può rimanere a lungo latente – sottolinea Alessandro Rossi, presidente Simg -. Per questo lanciamo una grande campagna di salute pubblica volta a far emergere il sommerso. Oltre che alla popolazione, ci rivolgiamo alla medicina generale, che ha il compito di informare il paziente del diritto a un test gratuito e deve comunicare i rischi di cirrosi e di epatocarcinoma che si corrono con questa infezione. La Simg darà azioni di supporto ai medici di medicina generale. Stiamo proseguendo e incrementando i progetti di formazione, con quattro webinar organizzati insieme alla Società italiana di malattie infettive che si svolgeranno nel 2024. Produrremo anche un white book, una breve pubblicazione con linee guida aggiornate per presa in carico e trattamento dei pazienti con Hcv. Infine, stiamo progettando dei sistemi informatici per agevolare gli screening e il linkage-to-care”.
Screening e diagnosi
Nel 2023, grazie ai programmi di screening, è stato testato circa un milione di persone, rilevando circa 10mila infezioni attive da Epatite C tra le popolazioni chiave e la popolazione generale, che ora sono i target per gli screening gratuiti. Recenti studi hanno documentato che in Italia, negli ultimi dieci anni, il rischio di trasmissione dell’infezione da Epatite C nella popolazione generale è stato associato a diverse procedure invasive e microinvasive effettuate negli ospedali. “Dai risultati dello screening gratuito dell’Epatite C del primo semestre dell’anno 2023, risulta che sono stati testati circa 860.470 persone della popolazione generale rilevando oltre 1300 infezioni attive da Hcv – spiega la professoressa Loreta Kondili, Centro nazionale per la salute globale, Istituto superiore di sanità –. Gli screening sulle popolazioni chiave (utilizzatori di sostanze , detenuti) hanno rilevato circa 8 mila e 700 positività su oltre 100 mila test”.
Le nuove classi di età da coinvolgere
“Come rilevato dalle analisi dell’Istituto Health Search di Simg, molti dei pazienti con Epatite C sono anziani e con varie comorbidità – evidenzia Ignazio Grattagliano, vice presidente Simg –. Dopo aver eradicato il virus, vi possono essere diversi casi, in cui il medico di famiglia è fondamentale. Chi aveva una malattia lieve resta in carico alla medicina generale per un monitoraggio; chi aveva una malattia avanzata deve essere sottoposto a un controllo condiviso tra il medico di famiglia e lo specialista; chi eradica l’epatite ma mantiene altre malattie di fegato come steatosi epatica metabolica continua ad essere portatore di un danno epatico costante, a cui si possono affiancare altre comorbidità come diabete, ipertensione: questi pazienti necessitano pertanto di un’attenzione particolare per la fragilità intrinseca”.