Sono oltre 3 milioni gli italiani che si dichiarano orientati a inserire un lascito nelle ultime volontà: 900 mila connazionali dichiarano di aver già predisposto un testamento solidale e altri 1,9 milioni sono intenzionati a prendere certamente in considerazione l’ipotesi di farlo. In Italia fare un lascito testamentario al non profit fino a qualche anno fa sembrava essere un tabù. Ma le cose sono cambiate. Si stima che il valore delle eredità in beneficenza sfiorerà i 130 miliardi di euro nel 2030. Fare testamento è innanzitutto un gesto di responsabilità che tutela i propri cari e le proprie volontà. Con un testamento si esprime con chiarezza come destinare i propri beni e scegliere di lasciare parte di essi a enti che si desiderano sostenere. La Legge garantisce una “quota libera”, con la quale tramandare generosità e valori di solidarietà e “una quota legittima” che tutela i familiari. È opportuno sapere che in assenza totale di eredi, il patrimonio va interamente allo Stato. Durante l’incontro di presentazione della campagna che si è svolto presso la sala Igea dell’Istituto della Enciclopedia italiana, sono stati evidenziati i valori legati al lascito testamentario e quanto la sottoscrizione del generoso gesto si possa trasformare in ascolto, concretezza e futuro. L’evento è stato presentato dalla giornalista televisiva Alessandra Viero.
Fare testamento
“Fare testamento è un gesto di consapevolezza e libertà con cui si possono esprimere le proprie volontà per il futuro che verrà. Inserire un lascito solidale nel proprio testamento è il modo più autentico per rendere per sempre vivi i valori in cui crediamo. Lasceremo un segno di noi quando non ci saremo più, senza togliere nulla ai nostri cari, che sono tutelati dalla legge con le quote di riserva. Un lascito è un dono inteso nel suo senso più profondo. Un gesto intimo rivolto da persone ad altre persone. Il lascito diventa messaggio universale di umanità, solidarietà e crescita comune” dice il presidente dell’Uici Mario Barbuto.
L’Uici
Fondata a Genova nel 1920, l’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, da 103 anni, opera in tutta Italia a supporto delle persone cieche, ipovedenti e con disabilità plurime. Promuove l’uguaglianza dei diritti, l’accessibilità e l’inclusione sociale, l’autonomia e la mobilità. Sono circa 40.000 i soci in tutta Italia dai più piccoli ai più anziani per i quali progettiamo ed eroghiamo quotidianamente servizi che possano migliorare la qualità di vita; 106, invece, le sedi territoriali e 20 quelle dei consigli regionali; oltre un milione di ore di attività ogni anno dedicate; 1600 volontari che supportano quotidianamente il nostro lavoro immenso lavoro.