Per quattro giorni, oltre mille infettivologi provenienti da tutta Italia si sono riuniti a Pisa e Firenze per il XXII congresso nazionale della Società italiana di malattie infettive e tropicali. Si sono affrontati temi come la prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle infezioni virali e batteriche, la prevenzione delle infezioni ospedaliere, le malattie trasmesse da vettori e l’immunizzazione. Inoltre, ci saranno sessioni dedicate alla ricerca clinica e alla presentazione di nuove terapie e vaccini. Presidenti del Congresso Alessandro Bartoloni, Professore Irdinario di malattie infettive all’Università Firenze; Massimo Antonio Di Pietro, direttore della struttura operativa complessa malattie infettive 1 dell’Ausl Toscana centro; Marco Falcone, professore irdinario di malattie infettive all’Università Pisa; Danilo Tacconi, direttore Uoc malattie infettive di Arezzo e responsabile Afd medicine specialistiche Azienda Usl Toscana Sud Est.

Le nuove sfide

“Dopo anni in cui l’attenzione mediatica è stata egemonizzata dall’emergenza Covid-19 occorre riportare i riflettori sulle sfide su cui l’impegno della rete infettivologica nazionale non si è mai arrestato – sottolinea il professor Claudio Mastroianni, presidente nazionale Simit –. Oltre a continuare il lavoro di studio sul Sars-CoV-2, siamo impegnati in progetti di prevenzione dei pazienti fragili con le varie campagne vaccinali, da quella contro il Covid stesso a quelle contro influenza, pneumococco, herpes zoster, meningococco, virus respiratorio sinciziale. Dobbiamo poi mantenere alta l’attenzione su epatiti, Hiv, infezioni dovute a microrganismi multiresistenti agli antibiotici. Infine, bisogna fronteggiare anche quelle infezioni emergenti o riemergenti. Nel 2023, abbiamo affrontato nuove sfide e nuove emergenze infettivologiche che costituiscono una minaccia per la salute globale con infezioni tipiche dei paesi tropicali ormai stabilmente presenti anche alle nostre latitudini; inoltre, in questa fase, ci troviamo a fronteggiare una nuova esplosione di contagi di alcune infezioni dopo i contenimenti dovuti al Covid, come ha dimostrato la virulenta stagione influenzale dello scorso inverno. La ricerca in ambito infettivologico si conferma pertanto fondamentale”.

La formazione

Il congresso nazionale ha rappresentato l’occasione per fare il punto sui progetti varati dalla Simit in questi mesi e per rilanciare le collaborazioni con altre società scientifiche, con le istituzioni, con le associazioni dei pazienti e con tutti gli altri stakeholder del settore. Grande attenzione per il Covid-19, di cui proprio in questi giorni si sta verificando una nuova crescita dei casi: Simit sta lavorando con i medici di famiglia di Simg e i medici d’emergenza Simeu per una nuova presa in carico dei pazienti, favorendo l’uso di antivirali e di vaccinazioni per i pazienti fragili, a cui si affiancano nuovi studi sul Long Covid. Per l’antimicrobico resistenza e le infezioni correlate all’assistenza, principale minaccia infettivologica globale, Simit si è impegnata con il progetto Resistimit e Insieme che hanno il fine di creare una rete infettivologica nazionale, di raccogliere i dati dei diversi centri, di impiegare la tecnologia con funzione predittiva per diagnosi e terapie. Per l’Hiv, alla luce dei dati che rilevano numerose diagnosi tardive, si lavora per facilitare i test sul territorio, con collaborazioni come quella con Simeu per farli in Pronto soccorso e con la community dei pazienti per effettuarli nei check-point e sul territorio. Grande impegno anche nella lotta alle epatiti, con particolare attenzione alla ricerca del sommerso dei pazienti con Hcv, dove è attiva la collaborazione con gli epatologi di Aisf e dei medici di famiglia Simg. Inoltre, Simit è impegnata a sensibilizzare la popolazione sull’importanza delle vaccinazioni, soprattutto per il paziente fragile.