Un metodo inedito per progettare nuovi attuatori di movimento soft e muscoli artificiali robotici dalle prestazioni potenziate e dal consumo energetico assai ridotto, basandosi soltanto su sinergie, finora sconosciute, tra proprietà di materiali diversi, è stato sviluppato nell’ambito di una collaborazione fra gruppi di ricerca internazionali delle università di Trento, Lienz e Sant’Anna di Pisa. Ampia la gamma dei possibili utilizzi, ad esempio nei sistemi mobili per l’esplorazione terrestre, marina e spaziale. I risultati, che hanno portato allo sviluppo di questo nuovo metodo per creare muscoli artificiali più stabili ed efficienti, sono stati appena pubblicati sulla rivista scientifica Nature Electronics.
Cosa sono gli attuatori
“Spesso passano inosservati eppure gli attuatori, che consentono di sfruttare energia elettrica per generare movimento o forza, svolgono un ruolo cruciale nella vita quotidiana – si legge in una nota dell’ateneo trentino -. In particolare, gli attuatori basati su materiali soft, negli ultimi anni, hanno attirato l’attenzione della comunità scientifica grazie al loro peso ridotto, al funzionamento silenzioso e alla biodegradabilità. Un modo semplice per creare attuatori soft consiste nell’utilizzare strutture multimateriale, come ‘tasche’ fatte di film plastici flessibili riempite di oli e ricoperte con plastiche conduttive. Quando viene applicata un’attivazione elettrica, il film sposta il fluido e fa contrarre la tasca, in maniera simile a un muscolo biologico. Questo sistema può essere utilizzato per costruire muscoli artificiali per robot, ottiche regolabili o superfici tattili. Finora l’applicazione di una attivazione elettrica costante consentiva soltanto di ottenere contrazioni del muscolo per un periodo breve di tempo: un limite notevole per la loro applicazione pratica”.