Inserire l’esofagite eosinofila all’interno dell’elenco delle malattie croniche, per consentire ai pazienti e ai caregiver che li assistono di avere cure e assistenza all’altezza, per una malattia rara che si sta sempre più diffondendo anche in Italia, dove si stimano tra i 25.000 e i 60.000 casi. È questo l’appello lanciato dal convegno nell’ambito della Giornata europea dell’esofagite eosinofila. Ad organizzare l’incontro è stata ESEO Italia, Associazione di famiglie contro l’esofagite e le patologie gastrointestinali eosinofile, che ha messo insieme numerosi e autorevoli specialisti provenienti da tutto il mondo, per illustrare lo stato dell’arte delle patologie eosinofile, le loro diverse manifestazioni, le prospettive future sui trial di ricerca in corso, quelli conclusi ed in fase di commercializzazione.
Sensibilizzazione
“Con la Giornata europea delle malattie eosinofile – ha affermato Roberta Giodice, presidente ESEO Italia – si è conclusa una settimana di sensibilizzazione con incontri ed iniziative svolte in tutto il mondo. Queste occasioni di confronto sono fondamentali per stimolare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza del supporto ai pazienti afflitti da malattie eosinofile. Associazioni di pazienti, medici e società scientifiche hanno condiviso l’appello lanciato da ESEO Italia alle Istituzioni affinché l’esofagite eosinofila sia riconosciuta come malattia cronica, consentendo in questo modo a tutti coloro che soffrono di questa patologia di poter ricevere un’assistenza adeguata partendo da un codice di esenzione uniforme. Ringrazio la principessa Maria Pace Odescalchi del castello di Bracciano, Antonio Giodice del castello di Pavone Canavese per il supporto alla manifestazione e ringrazio i Sindaci Roberto Lagalla e Edoardo Accorsi e gli assessori Rosalia Pennino e Mario Pedaci della Città di Palermo e di Cento che hanno aderito alla campagna illuminando di magenta i monumenti”. Un appello condiviso dai relatori intervenuti al convegno, tutti d’accordo nella richiesta di maggiore supporto ai medici per la presa in carico dei pazienti, auspicando un’organizzazione sempre più costante dei follow up.
Il professore Lorenzo Cecchi, presidente AAIITO, ha sottolineato il ruolo dell’immunologo nella diagnosi e ricerca di queste patologie: “dobbiamo creare una sensibilità sempre maggiore e siamo pronti a dare il nostro supporto per iniziative in ambito scientifico e clinico”. In prima linea anche la Sige, rappresentata dal professor Edoardo Savarino, che ha ribadito l’importanza del lavoro in team per sostenere il diritto dei pazienti ad essere riconosciuti dal Sistema Sanitario Nazionale, “cosa che finora, purtroppo, non è avvenuto in maniera soddisfacente”. Un impegno a collaborare confermato anche da Claudio Romano (presidente SIGENP) e dal professor Mario Costantini (presidente SINGEM).