Oltre 1.200 studenti e studentesse, 41 fra docenti, ricercatori e ricercatrici per 5 corsi di studio, 3 master e un corso di dottorato. I numeri del Dipartimento di psicologia e scienze cognitive restituiscono oggi la fotografia di una struttura consolidata e in crescita, con una solida impostazione interdisciplinare che attira studenti da fuori regione per frequentare l’Università a Rovereto. Vent’anni fa, di questo successo, non c’erano che ottime premesse. Il 30 settembre del 2003 veniva inaugurato il Dipartimento di scienze della cognizione e della formazione, primo nucleo universitario a Rovereto e inizialmente struttura di ricerca. Nel tempo si è aggiunta la didattica, si è ampliata l’offerta formativa, si è arricchita in più direzioni la linea di ricerca. Lo hanno ricordato all’Auditorium Melotti le tante testimonianze raccolte per ripercorrere insieme i primi vent’anni del Dipartimento di psicologia e scienze cognitive e, di fatto, dell’Università di Trento a Rovereto.
Contaminazione di saperi e risorse
Un pomeriggio che si è aperto con i saluti delle istituzioni. “Con la cerimonia di oggi si celebrano i vent’anni dalla nascita del polo di Rovereto rettore – ha commentato Flavio Deflorian -. È una festa che giustamente ricordiamo in due: noi come ateneo e Rovereto, la città che ha accolto l’Università, lasciandosi contaminare da nuovi saperi, risorse e persone. L’Università, infatti, è da sempre un agente di cambiamento e innovazione nelle collettività che la ospitano. Con Rovereto, città di grandi tradizioni culturali, musicali e artistiche, il Dipartimento ha sempre avuto un dialogo molto proficuo: lo dimostrano progetti, cicli di incontri aperti alla cittadinanza, collaborazioni, attività di consulenza. E questo evento aperto al pubblico ne è una prova. Non un ritrovo di accademici, ma un un’occasione per parlare alle persone degli aspetti più affascinanti delle materie che qui si studiano e insegnano. E la mente umana non finirà mai di suscitare curiosità e interesse”.
Università investe a Rovereto
“L’Università ha continuato a investire su Rovereto, consolidando la sua presenza e marcando sempre quella novità che fin dall’inizio ha caratterizzato la scommessa su questa città. Nel 2007 il polo si è ampliato con la nascita del Centro interdipartimentale mente e cervello (Cimec), la principale unità di ricerca italiana nell’ambito delle Neuroscienze cognitive. E per il futuro nuovi progetti ci sono all’orizzonte: la laurea triennale in Scienze motorie, sport e benessere, in fase di istituzione per l’anno accademico 2024-2025. L’apertura di una scuola di specializzazione in psicologia, l’ultimo passo che manca per completare la formazione in ambito psicoterapeutico”. Oggi la ricerca è infatti uno dei punti di forza del dipartimento, come è stato ricordato durante la riflessione. L’ultimo riconoscimento è quello conferito dalla VQR (Valutazione Qualità della Ricerca), il sistema di valutazione del ministero, che ha inserito la struttura fra i dipartimenti di eccellenza italiani già dal periodo 2018 – 2022 e ora nella seconda valutazione fino al 2027. Tra le attività che coinvolgono il Dipartimento menzionate anche quelle culturali, divulgative e di servizio fortemente legate al territorio. Come le attività di valutazione, diagnosi e di intervento per bambini con disturbi del neuro-sviluppo e dell’apprendimento oltre al servizio di consulenza psicologica per gli studenti e le studentesse dell’ateneo. Il Dipartimento oggi monitora il benessere lavorativo, l’equità e l’efficacia organizzativa in diversi contesti lavorativi.