Il centro sabino ha ospitato decine di  specialisti provenienti da tutta la regione Lazio. È il congresso regionale della Società italiana di malattie infettive e t ropicali Studiare il passato per comprendere il futuro, organizzato dal Provider DotCom, con responsabile scientifico il dottor Gianpiero D’Offizi, presidente Simit Lazio, e direttore della Uoc malattie infettive epatologia dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani. Numerosi i temi affrontati: le infezioni nel paziente immunocompromesso, le infezioni sessualmente trasmissibili, le nuove terapie innovative per Hiv, le infezioni correlate all’assistenza sanitaria e le infezioni da germi multiresistenti alle terapie antinfettive. “Argomenti di particolare attualità sono i nuovi vaccini anti Covid, il rilancio degli screening per l’Epatite C e la drammatica realtà dell’antibiotico-resistenza – sottolinea il dottor Gianpiero D’Offizi –. Il Covid-19 in questa fase colpisce in maniera meno aggressiva, ma resta fondamentale la protezione dei più fragili attraverso la prossima campagna vaccinale. Per l’Epatite C i fondi ministeriali ancora non sono stati completamente utilizzati dalle varie Asl della Regione con un sommerso di oltre 50mila persone”. Inoltre occorre aumentare il livello di sorveglianza delle infezioni correlate all’assistenza con l’obiettivo di controllare le nuove infezioni e intervenire per evitare ulteriori casi. La disponibilità di sistemi di sorveglianza e di monitoraggio delle infezioni correlate all’assistenza è necessario per mantenere alto il livello di attenzione e definire al meglio le dimensioni e le caratteristiche del problema per adottare le migliori iniziative di prevenzione.

Covid, nuova fase

Parte la campagna vaccinale contro il Covid-19. Come indicato dalle circolari della direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute del 14 agosto e del 27 settembre, obiettivo è prevenire la mortalità, le ospedalizzazioni e le forme gravi di Covid-19 nelle persone anziane o con elevata fragilità (ad esempio affette da patologia croniche respiratorie o patologie oncologiche o onco-ematologiche attive  o  immunodepresse) proteggere le donne in gravidanza e gli operatori sanitari. “Siamo in una nuova fase, profondamente diversa da quella degli anni scorsi – sottolinea il professor Enrico Girardi, direttore scientifico Inmi Spallanzani e membro della Simit -. Il Covid è diventato meno aggressivo e la popolazione è in larga parte immunizzata, ma resta un rischio reale per le persone fragili, per le quali il richiamo vaccinale, destinato a diventare annuale come per l’influenza, è assolutamente consigliato, visto anche che si tratta di vaccini aggiornati alle più recenti varianti. La campagna si svolgerà parallelamente a quella antiinfluenzale e si terrà presso centri vaccinali, medici di medicina generale e centri specialistici a cui afferiscono pazienti fragili, affinché si porti il vaccino proprio dove sono queste persone. I dati più recenti collocano il Lazio nella media nazionale. Nell’ultimo bollettino c’erano 190 ricoverati per Covid in tutta la regione, di cui 11 in terapia intensiva, ma alcuni erano ricoverati per altri motivi e solo in un secondo momento risultati positivi al tampone. Dati sicuramente rassicuranti rispetto al passato”.

L’appello ai medici di famiglia

Si stima che nel Lazio siano oltre 50mila i pazienti con Epatite C ancora da trattare, di cui quasi 40mila inconsapevoli della loro condizioni, per eliminare il virus e stare entro l’obiettivo che l’Oms ha fissato per l’Italia di liberare il Paese dall’Hcv entro il 2030. Un obiettivo raggiungibile grazie ai nuovi farmaci antivirali ad azione diretta, che permettono nella quasi totalità di eradicare il virus, con poche settimane di terapia  senza effetti collaterali. Lo stanziamento di fondi governativi nel 2020 ha permesso di avviare programmi di screening che nel Lazio hanno avuto un progetto pilota proprio nella Asl di Rieti. “Le epatiti virali continuano a essere un importante problema di salute pubblica in quanto spesso possono cronicizzare ed evolvere verso la cirrosi e l’epatocarcinoma – sottolinea il dottor Gianpiero D’Offizi –. Le popolazioni target a cui si rivolgono gli screening finanziati dal ministero della salute con oltre 8 milioni di euro per la nostra Regione, riguardano i nati nelle classi ’69-’89, gli utenti dei SerD, e le persone detenute.. La Regione Lazio ha stabilito che la popolazione di persone da testare è circa 1 milione 700mila persone. Il programma di screening è stato attivato in quasi tutte la ASL e nei 40 SerD della Regione. I progetti per far emergere il sommerso sono destinati a coinvolgere i medici di medicina generale, con l’auspicio che possano supportare anche la ricerca dei portatori di virus  B e Delta. Per l’epatite Delta, particolarmente aggressiva, viene attualmente impiegato con successo un nuovo farmaco, la bulevirtide, che permetterà di migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti, permettendo di trattare pazienti che prima non potevano ricevere alcuna terapia”.