“La crisi dell’emergenza-urgenza oggi è paradigmatica del cambiamento che dovrà guidare il nuovo approccio all’SSN  e che dovrà coinvolgere, in primis, il capitale umano, la formazione, la contrattazione (troppa e disomogenea) le nuove tecnologie e la valorizzazione delle professioni. È indiscutibile quanto il DM 77 stia spingendo il Paese verso un approccio più territoriale delle cure nel Ssn”. Queste le parole di Mattia Altini, direttore dell’assistenza ospedaliera della Regione Emilia-Romagna e presidente della Società italiana di leadership e management in medicina a chiusura del XV congresso #SIMMNERGIE, integrazioni, intersezioni, allineamenti a sostegno del Ssn organizzato da Over Group e che ha visto partecipare in gran numero la sanità italiana. “È fondamentale sfruttare la capacità produttiva e l’efficacia delle cure integrate ospedaliere e territoriali, riportare equità nei carichi di lavoro dei professionisti, e per far ciò ci vuole allineamento, semplificazione e omogeneizzazione. Esempio lampante è la crisi dell’emergenza-urgenza, non è possibile recarsi nei DEA di 1° e 2° livello per codici bianchi o verdi, sovraffollando così i Pronto soccorso e rendendo critica l’assistenza ai codici rossi. Con il DM77 si potrà andare vicino casa senza così soffocare gli ospedali. In Emilia-Romagna, ad esempio, ma non è la sola Regione italiana, si è tentato di suggerire un nuovo approccio che possa migliorare un SSN di grandi valori ma un po’ datato nei metodi e nelle regole, e lo si è fatto nel rivedere in modo strutturale il problema dell’emergenza-urgenza. Si è così deciso di realizzare dei Cau (Centri di assistenza per l’urgenza): strutture territoriali di assistenza primaria per offrireuna risposta alla popolazione su problemi sanitari a bassa complessità, evitando così il ricorso al Pronto Soccorso e alle lunghe attese che ne derivano, lasciando gestire loro esclusivamente situazioni gravi che possano mettere in pericolo di vita i cittadini(per esempio, infarti, ictus, traumi). Dobbiamo favorire il cambiamento aggiornando il sistema, rilanciando la centralità del territorio, dando vita ad una riforma vera e propria che coinvolga valorizzazione del capitale umano, un moderno modello di formazione, contratti omogenei per categoria professionale, nuove tecnologie e un nuovo ruolo delle professioni sanitarie” conclude Mattia Altini.