Tre appuntamenti per mettere a confronto il team multidisciplinare delle strutture coinvolte a livello nazionale sulle buone norme di comunicazione verso la paziente, in un contesto di scambio e dibattito costruttivo. Iltutto si è svolto alla presenza dell’associazione pazienti di riferimento, per raccogliere stimoli e bisogni fondamentali sulle più importanti esigenze manifestate. Questo l’obiettivo del progetto Oncologia in parole. Viaggio alla ricerca della buona comunicazione alla paziente Breast. Dalla prevenzione al fine vita, ideato e realizzato da Over Group, grazie al contributo non condizionante di Gilead Sciences partito col primo incontro a Caserta, per poi proseguire con altri 2 appuntamenti a settembre ed a ottobre, al termine dei quali sarà elaborato e redatto un documento conclusivo con i punti di forza e le criticità emersi.

Il percorso oncologico

“Il percorso oncologico è lungo e complesso, caratterizzato da diverse fasi e numerosi fattori clinici, individuali e sociali che impattano sulla qualità di vita delle pazienti e sulla gestione del proprio iter di cura. Il coinvolgimento del paziente, la comprensione dei bisogni e l’analisi delle aspettative sono aspetti principali da considerare nella comunicazione medico-paziente e nella decisione condivisa. Nell’era della medicina personalizzata, capire le necessità delle pazienti sui trattamenti che andranno a fare diventa fondamentale per promuovere e aiutarle a mantenere un adeguato benessere psicofisico, ottenendo una maggiore compliance e aderenza alle terapie. Per questo occorre oggi lavorare con le pazienti sulla gestione della complessità, andando a individuare quelle che costituiscono le risorse personali e che sono utili elementi per fronteggiare gli effetti collaterali delle terapie e gli ostacoli presenti in ogni percorso di cura”. Ha detto la professoressa Gabriella Pravettoni, direttore dipartimento psiconcologia Ieo di Milano e responsabile scientifico del progetto.

Il rapporto medico paziente

“Il rapporto medico paziente in oncologia si basa su un equilibrio instabile, caratterizzato da momenti di serenità in cui il flusso di informazioni è positivo e quindi prevalentemente unilaterale, in cui il medico dà informazioni buone e quindi facilmente condivisibili e da momenti, più rari, in cui c’è necessità di condividere un percorso in salita, dovuto ad una ripresa di malattia. In ogni caso è un rapporto caratterizzato da una importante emotività, da entrambe le parti. In questa relazione il medico deve usare strumenti di comunicazione che rassicurino il/la paziente sulla strategia da intraprendere, pur nella comunicazione di notizie negative. E’ anche necessario che la paziente sia parte del processo decisionale e ne condivida le modalità. Per questo, da una parte le pazienti devono essere informate delle nuove possibilità di cura, che hanno portato a risultati non pensabili solo pochi anni fa, e l’oncologo deve diventare un complice con cui affrontare un cammino difficile con speranza”. Ha spiegato la professoressa Alessandra Gennari, direttore dipartimento di oncologia ospedaliera Maggiore della Carità di Novara e responsabile scientifico del progetto. “La comunicazione è un elemento centrale nel percorso di cura di una paziente: è importante che sia fluida, efficace, e che tenga conto delle necessità della paziente stessa. È un’alleata che può fare la differenza. Inoltre, è importante anche la comunicazione tra team multidisciplinari funzioni molto bene, in modo che nella gestione del percorso di cura diventi un elemento utile e messo a sistema per tutti gli specialisti coinvolti” ha aggiunto Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia.