Per valutare appieno gli effetti dell’esonero contributivo concesso alle aziende che assumono lavoratrici svantaggiate, è necessario che il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali impieghi specifiche e costanti metodiche di valutazione per la raccolta delle informazioni necessarie al confronto tra i risultati ottenuti e quelli raggiungibili senza agevolazioni, delineando l’andamento delle nuove assunzioni di lavoratrici svantaggiate anche in relazione alla parità di trattamento salariale, alle dinamiche intergenerazionali e agli ambiti merceologici e territoriali che si sono dimostrati più sensibili agli aumenti occupazionali. E’ quanto afferma la Corte dei conti nel Rapporto semplificato sull’esonero contributivo per le assunzioni di donne lavoratrici svantaggiate, approvato con delibera n. 40/2023/G dalla sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato.
L’invito dei giudici contabili
Nel documento, i giudici contabili, oltre a invitare l’Inps a garantire una banca dati informatizzata anonima, per la programmazione delle azioni necessarie a valorizzare la dimensione locale delle politiche di gestione del mercato del lavoro, evidenziano la necessità che il ministero del Lavoro definisca specifiche istruzioni sulle modalità di svolgimento legate alla valutazione della gestione delle politiche attive e dei servizi occupazionali da parte dell’Anpal. Per potenziare, infine, il Sistema permanente di valutazione – puntualizza la Corte – è fondamentale che il tavolo tecnico Sistema informativo lavoro e politiche attive individui i criteri idonei al superamento delle differenze tra i vari sistemi informatici utilizzati, allo scopo di valutare l’andamento costante del mercato del lavoro, definire i Livelli essenziali delle prestazioni e bilanciare la continuità degli interventi con la loro sostenibilità finanziaria.