La piazza gioiosa, nonostante il tempo variabile e qualche modifica al programma. L’entusiasmo di chi vuole festeggiare un traguardo importante assieme alle persone care. La solennità dei tocchi, del corteo accademico con le sue toghe e dell’accompagnamento musicale dal vivo con la corale polifonica e l’orchestra UniTrento. In apertura l’Inno nazionale della Repubblica italiana. La prorettrice vicaria Paola Iamiceli ha paragonato la cerimonia di laurea alla partenza della missione spaziale verso Giove: “Voi, un po’ come Juice, siete sulla rampa di lancio, diretti verso quello spazio inesplorato e affascinante che chiamiamo futuro. Come tutte le situazioni ignote, anche questo nuovo viaggio può fare paura, ma non si arriva certo al countdown senza essere preparati. So che ciascuno di voi è giunto a questa cerimonia dopo anni di impegno, studio e sacrifici. Avete incontrato ostacoli, piccoli e grandi, e li avete superati; avete commesso errori e avete avuto il coraggio di imparare da quelli; vi siete riscoperti in ruoli che non avreste mai immaginato qualche anno fa; avete capito che tutto questo non sarebbe successo senza l’aiuto dei vostri compagni e compagne di studio, di chi avete incontrato lungo i vostri percorsi, delle vostre famiglie. E ora eccoci qui, a vivere il momento emozionante del lancio – questa cerimonia – e proiettarci con entusiasmo alla scoperta del vostro domani”
Dell’umano fa parte anche imperfezione
.A differenza del viaggio della navetta, dove tutto è calcolato e preordinato, “per voi non sarà così e nessuno potrà scrivere al posto vostro le coordinate di viaggio. Inoltre non siamo macchine, ma umani e dell’umano fanno parte anche l’imperfezione e il cambiamento. Senza questi due aspetti della vita non potremmo arrivare alla consapevolezza di chi siamo e crescere come individui. Seguirete quindi rotte diverse, ondivaghe e a volte inaspettate”.
Alzare lo sguardo
.La prorettrice ha poi incoraggiato ogni giovane ad alzare lo sguardo e ad avere grandi ambizioni: “Senza curiosità e ambizione l’umanità non avrebbe fatto progressi e ciascuno può contribuire, con le proprie competenze e conoscenze, e con un po’ di fantasia, a costruire un futuro migliore. Per sé stessi, la propria famiglia e la società”. Ambizione, che non è arroganza. Ha precisato: “Non fraintendetemi, questo non è un invito al successo a tutti i costi. Se potete, siate interpreti di un successo “gentile”, lontano dall’arroganza urlata e prevaricante di molti modelli proposti oggi. L’approccio aggressivo non è l’unico possibile. Le professioni del futuro, specie quelle non routinarie e ad alta intensità umana, avranno sempre più bisogno di persone capaci di dialogo, empatia, gioco di squadra, tutte doti che l’arroganza uccide”. E, come la navetta spaziale resterà in contatto con la terra durante il viaggio, a Iamiceli piacerebbe che ogni giovane che ha conseguito la laurea a UniTrento rimanesse in collegamento conservando per tutta la vita i legami e i valori dell’ateneo di partenza.