Al Museo mi diverto anch’io, promosso dalla rete Train (Trentino Autism Initiative) dell’Università di Trento e con il coordinamento della Cooperativa Il Ponte di Rovereto, è un progetto che coinvolge quattro musei – Mart, Muse – Museo delle Scienze, Castello del Buonconsiglio e Museo etnografico trentino San Michele – un gruppo di cooperative, associazioni e fondazioni, oltre alle amministrazioni comunali di Trento, Rovereto e San Michele con un obiettivo: offrire alle persone con autismo la possibilità di godere appieno della visita al patrimonio museale del territorio, apprezzandone la bellezza e le possibilità di arricchimento individuale. Finanziato dalla Fondazione Caritro nell’ambito del bando cultura e sport per il sociale 2021, il progetto è partito con il coinvolgimento delle varie realtà che si occupano di autismo sul territorio provinciale.
Le barriere
Ma quali sono le barriere che rendono difficile la fruizione di un museo per le persone con autismo? Per scoprirlo, il gruppo di ricerca è partito da un lungo momento di ascolto delle famiglie, delle persone autistiche e degli operatori e operatrici museali. Sono state coinvolte tramite un questionario 142 persone. Molti degli spunti raccolti sono serviti per indirizzare meglio il progetto e sono stati riassunti in un video (con la regia di Luigi Zoner) in cui si è cercato di fotografare le possibili difficoltà di una persona autistica nel contesto museale per sensibilizzare il pubblico e proporre possibili soluzioni che permettono una visita al museo più serena. Una volta delineate le esigenze, il progetto è passato all’azione, a cominciare proprio dalle persone dalle persone. I primi passi si sono concentrati sulla formazione di operatori e operatrici museali su tematiche riguardanti l’autismo. Per raggiungere in modo capillare chi lavora – e anche chi lavorerà in futuro – a stretto contatto con l’utenza si è scelto di realizzare un video formativo, che sarà a disposizione dei musei e che sarà proiettato in anteprima durante la presentazione dei risultati. Non solo contatto con personale esperto: l’esperienza in un museo è fatta però anche di suggestioni legate all’ambientazione, particolarmente utili per coinvolgere soprattutto le persone con autismo. Per questo sono state studiate, con l’aiuto di una azienda specializzata in illuminotecnica, soluzioni personalizzate per rendere l’allestimento adatto a valorizzare gli aspetti sensoriali. Il progetto ha anche esplorato la possibilità di attivare per i musei possibili laboratori educativi inclusivi basati sul movimento su temi specifici, grazie alla collaborazione con una scuola di danza.