“Il Covid-19 ha avuto un impatto devastante sulle persone colpite da Hiv/Aids.  I più recenti dati sull’infezione da Hiv/Aids, rilevati dall’UNAIDS, sono spaventosi: la pandemia si è diffusa soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, le risorse si sono ridotte e le disuguaglianze aumentate. Investimenti e azioni insufficienti stanno mettendo tutti noi in pericolo: dobbiamo affrontare milioni di morti per Aids e milioni di nuovi casi di infezione da Hiv se continuiamo in questa direzione. Se vogliamo davvero porre fine all’Aids entro il 2030, come promesso, dobbiamo essere sinceri: è difficile mantenere quella promessa”. È quanto dichiara il professor Aldo Morrone, direttore scientifico dell’Istituto dermatologico San Gallicano Ircss di Roma.

I dati

“L’anno scorso ci sono state oltre 1,5 milioni di nuove infezioni da Hiv. Ogni due minuti, nel 2021, un’adolescente o una giovane donna è stata contagiata dall’Hiv. Il Covid-19 ha interrotto servizi chiave di cura e prevenzione, milioni di ragazze non sono più andate più a scuola e si sono registrati picchi di gravidanze adolescenziali e di violenza di genere. La pandemia di Aids – ha aggiunto – ha rubato una vita umana ogni minuto nel 2021, con 650.000 decessi correlati all’Aids nonostante i trattamenti efficaci esistenti e gli strumenti per prevenire, diagnosticare e curare le infezioni. Il numero di persone sieropositive prive di cure specifiche è salito a oltre 10 milioni.  Solo la metà (52%) dei bambini che vivono con l’Hiv ha accesso ai farmaci. La disuguaglianza nella copertura del trattamento dell’Hiv tra bambini e adulti è aumentato anziché ridursi. Negli ultimi due anni e mezzo, la convergenza tra le pandemie Aids e Covid-19, insieme alle crisi economiche e umanitarie, ha messo la risposta globale all’infezione da Hiv/Aids sotto una crescente minaccia”.

“Ogni giorno 4.000 persone, di cui 1.100 giovani (dai 15 ai 24 anni), si infettano con l’Hiv. Se le tendenze attuali continueranno, almeno 1,2 milioni persone saranno nuovamente infettate dall’Hiv nel 2025, tre volte di più rispetto all’Obiettivo 2025 di sole 370.000 nuove infezioni. L’impatto umano dei mancati progressi sull’Hiv è agghiacciante – ha rimarcato il professor Morrone -. Nel 2021, 650.000 persone sono morte per cause legate all’Aids. Una ogni minuto. Nonostante la disponibilità di farmaci antiretrovirali all’avanguardia ed efficaci strumenti per prevenire, rilevare e curare le infezioni opportunistiche come meningite criptococcica e tubercolosi. Si tratta di morti prevenibili”.

Le nuove infezioni

“Le nuove infezioni da Hiv sono drammaticamente aumentate dal 2015 in almeno 38 Paesi, tra i quali Afghanistan, Capo Verde, Mauritania, Perù, Senegal, Sud Sudan, Tunisia, Yemen, cioè Paesi che vivono una drammatica condizione socioeconomica. È ormai chiaro: si tratta di una ‘tempesta perfetta’. Le persone più vulnerabili economicamente presentano i maggiori tassi di positività all’infezione da Hiv. Le disuguaglianze e le iniquità sempre più diffuse nel Sud del mondo minano gravemente la risposta all’Aids per tutti. I divari tra Paesi impoveriti e Paesi arricchiti hanno raggiunto valori drammatici”, ha proseguito. “Per i bambini Hiv positivi il quadro complessivo è assai doloroso: nel 2021, oltre 800.000 non ricevevano ancora cure. I bambini costituivano il 4% delle persone con Hiv nel 2021, ma il 15% delle persone che muoiono per infezioni correlate all’Aids. Persone con meno potere sociale e meno tutele legali sono spesso a più alto rischio di infezione da Hiv. Anche le minoranze etniche e migranti – ha concluso il professor Morrone – spesso sperimentano una sostanziale disuguaglianza con un aumento dell’infezione, rispetto alla popolazione locale”.