Alessandro Parolari è il nuovo presidente della Società italiana di chirurgia cardiaca per il biennio 2023-2024. È quanto sancito dal congresso dei cardiochirurghi italiani svoltosi a Roma lo scorso week-end, nel corso del quale sono state ratificate anche le nomine di Michele Pilato (vice presidente) e Fabio Barili (segretario scientifico, confermato). Inoltre, a seguito dell’elezione al vertice della Società, il professor. Parolari ha lasciato la presidenza di Cuore domani, la Fondazione dei cardiochirurghi italiani, al professor Francesco Musumeci.
Il presidente
Alessandro Parolari è direttore della cardiochirurgia universitaria del Policlinico San Donato Irccs e professore ordinario di chirurgia cardiaca alla Statale di Milano. Cinquantottenne, originario di Salsomaggiore Terme, succede alla guida della Sicch a Lorenzo Galletti. Parolari, a lungo presidente della Fondazione Cuore Domani, vanta una lunga esperienza professionale nella cardiochirurgia dell’adulto e nella rianalisi critica delle evidenze scientifiche presenti in letteratura nel campo delle malattie cardiovascolari.
Gli obiettivi
“L’impegno della Sicch nel corso del mio biennio di presidenza – ha affermato Parolari – sarà totale, indirizzato alla ripartenza post-Covid e post conflitto in Ucraina. Dobbiamo ripartire a 360 gradi per fornire ai cittadini prevenzione e cura delle malattie cardiovascolari sempre più personalizzata. E questo poltrà avvenire solo se lavoreremo fianco a fianco con le istituzioni per regolamentare sempre meglio i percorsi di diagnosi e cura”.
I punti chiave
Punti chiave: prevenzione, informazione e lavoro di squadra per offrire cure sempre più adeguate, preservando allo stesso tempo la sostenibilità economica del sistema sanitario. “Come tutti sanno, sono ormai disponibili numerose opzioni per curare le più frequenti malattie cardiovascolari, quali le malattie coronariche e valvolari. Le possibilità di cura – ha aggunto – spaziano dalle terapie transcatetere (che non prevedono le classiche incisioni della chirurgia) alle terapie chirurgiche miniinvasive (incisioni chirurgiche piccole o molto piccole), alle terapie chirurgiche standard. Credo che ciascuno dei nostri pazienti abbia diritto al trattamento più adeguato al suo caso e, in caso di equivalenza dei diversi trattamenti, sono convinto che si debba considerare quello che impatta di meno sui costi del servizio sanitario nazionale”. Come fare tutto questo? “Attraverso una nuova alleanza tra società scientifiche ed enti governativi, un’alleanza che preveda da un lato una raccolta dati – gestita dalle istituzioni preposte a questo, sempre più precisa e capillare sui risultati delle varie opzioni terapeutiche -, e dall’altro dalla messa a punto di un iter legislativo che regoli in maniera sempre più precisa il percorso dell’heart team. Ovvero, la squadra del cuore presente in ogni ospedale – ha proseguito il nuovo presidente della Sicch – che deve coinvolgere diversi specialisti quali cardiologi clinici, esperti di tecniche diagnostiche, esperti di terapie transcatetere e di tecniche chirurgiche al fine di fornire indicazioni precise sulla terapia maggiormente adeguata per ogni singolo paziente”.