La donazione, una ricchezza che non va mai sprecata: è questo il titolo del convegno che si terrà a Roma oggi alle 11, presso la sala Tevere della Regione Lazio. Un incontro il cui obiettivo è mettere a confronto esperti del settore e rappresentanti istituzionali al fine di sottolineare l’importanza della formazione e della prevenzione nell’ambito dei rischi sanitari connessi alle infezioni durante gli interventi di trapianto, a cominciare dal Citomegalovirus. I lavori del convegno saranno introdotti da Massimo Cardillo, direttore generale del Centro nazionale trapianti dell’Istituto superiore di sanità. Fra i relatori invitati ad intervenire, Alessio D’Amato, assessore sanità Regione Lazio; Annarita Egidi, Ad Takeda Italia; Franco Citterio del reparto di trapianti di rene presso il policlinico Gemelli; Anna Paola Iori, del Gruppo italiano trapianto midollo osseo; Rita Malavolta, presidente Admo nazionale Onlus; Giulio Corradi, presidente Admo Lazio; Flavia Petrin, presidente Aido; Pino Toro, presidente Associazione italiana contro le leucemie, linfomi e mieloma; Antonio Gaudioso, capo della segreteria tecnica del ministro della Salute; Beatrice Lorenzin, deputato; Chiara Colosimo, consigliere regionale Lazio.
I dati
Nel 2021, in Italia, i pazienti sottoposti a trapianto sono stati 5.600 e il 27% ha sviluppato infezione da Citomegalovirus, a seguito della procedura, generando un elevato tasso di ospedalizzazione, che impatta sia sulla vita del paziente ma anche sui costi del Sistema sanitario regionale. Il Citomegalovirus è un virus distribuito al livello mondiale. Si stima che la sieropositività tra gli adulti, corrisponda al 45% degli individui nei Paesi sviluppati e al 100% nei Paesi in via di sviluppo. Negli individui immunocompetenti, il Cmv è generalmente asintomatico o latente; in quelli con compromissione immunitaria, come i pazienti sottoposti a trapianto, invece, può riattivarsi e generare gravi complicanze, dall’infezione alla perdita dell’organo trapiantato.