Che ruolo ha il suono nella scelta e nel consumo dei cibi che si portano in tavola? A questo interrogativo risponderà da domani ‘Food sound. Il suono nascosto del cibo’. La mostra inedita sarà visibile al Muse di Trento e cercherà di svelare l’importanza della componente sonora nell’alimentazione, dalla stimolazione dell’appetito all’influenza sugli acquisti dei generi alimentari. Attraverso un approccio esperienziale, l’esposizione rende possibile conoscere i risultati e le scoperte di ricerche scientifiche legate alle neuroscienze e aumentare la consapevolezza riguardo all’uso dei suoni nel marketing. “La mostra – spiega Patrizia Famà, direttrice dell’ufficio programmi per il pubblico del Muse – rappresenta un approccio finora inesplorato nei musei per far conoscere e riconoscere il nostro rapporto con il cibo attraverso l’udito, un senso del sapore ‘dimenticato’. Se le neuroscienze hanno rivoluzionato il nostro approccio a molte discipline, dalla psicologia all’economia, non fanno eccezione nel campo della cucina e dell’alimentazione. Grazie a questo tipo di ricerche e a strumenti sempre più sofisticati introdotti per pesare il rapporto tra suono e cibo nelle nostre percezioni e scelte alimentari, la mostra Food Sound porta all’attenzione del grande pubblico un nuovo progetto espositivo con un percorso immersivo sonoro e di assoluto design, per offrire una maggiore consapevolezza di come il cervello, attraverso il suono, percepisce e risponde agli stimoli alimentari”. Il progetto, sviluppato da un’idea di Vincenzo Guarnieri, si avvale della consulenza di un Comitato scientifico composto da Massimiliano Zampini, del Centro interdipartimentale mente-cervello dell’Università di Trento, Louena Shtrepi del Politecnico di Torino, Luisa Torri e Riccardo Migliavada dell’Università di scienze gastronomiche di Pollenzo.