Una ricerca sperimentale condotta dal professor Carlo Foresta, presidente della Fondazione Foresta ETS, in collaborazione con il professor Alberto Ferlin del Dipartimento di medicina dell’Università di Padova e il professor Diego Guidolin del Dipartimento di neuroscienze, ha dimostrato che i PFAS si legano a una specifica proteina sulla membrana dello spermatozoo, la cosiddetta “Izumo-1”, modificandone la struttura e impedendone il legame con la sua corrispettiva omologa sulla membrana dell’ovocita, la proteina “Juno”.
Proteine fondamentali
“Izumo-1” e “Juno” sono due proteine fondamentali nel processo di fecondazione, poiché mediano il riconoscimento e la fusione tra lo spermatozoo e l’ovocita. La loro interazione è cruciale per garantire che uno spermatozoo riesca a fertilizzare un ovocita: dopo l’incontro e il legame tra questi due “amanti”, le membrane dello spermatozoo e dell’ovocita si fondono, permettendo l’ingresso del nucleo dello spermatozoo nell’ovocita e quindi la fecondazione vera e propria. Uno studio su topi con geni mancanti per Izumo1 o Juno ha dimostrato che questi animali sono completamente infertili, confermando l’importanza di queste proteine nel processo riproduttivo.
I risultati
“I risultati ottenuti sono fondamentali nella comprensione del meccanismo che porta a infertilità nelle popolazioni esposte ai PFAS – commenta il professor Carlo Foresta -. Dopo le pluriennali ricerche che avevano evidenziato diverse alterazioni a carico degli spermatozoi, quest’ultimo tassello permette di comprendere come queste sostanze siano in grado non solo di ridurre il numero di spermatozoi e di legarsi ad essi riducendone la motilità, ma, anche qualora uno spermatozoo riuscisse a raggiungere comunque l’ovocita, per via naturale o tramite tecniche di fecondazione in vitro, la sua capacità di fecondarlo sarebbe comunque significativamente ridotta per effetto del legame dei PFAS a questa fondamentale proteina”.

La scoperta dell’Università di Padova è stata presentata ufficialmente al XXXIX convegno di endocrinologia e medicina della riproduzione dal tema “La denatalità e la sessualità tra ambiente e aging”. “L’Organizzazione mondiale della sanità stima che l’infertilità oggi colpisca una coppia su sei e siamo giunti ad un vero inverno demografico – conclude il professor Foresta -. Il nostro dovere è quello di indagare le possibili cause e ci confronteremo su quali potranno essere le strategie di intervento per mitigare questo fenomeno esplorando le nuove frontiere dell’intelligenza artificiale e la sessualità. Ma ci focalizzeremo anche sull’obesità e le nuove frontiere terapeutiche, il papilloma virus, l’infertilità e l’aging. Le sfide sono molte e vanno affrontate subito”.