Visite, diagnosi e trattamenti personalizzati per ogni paziente con più di 65 anni: è l’obiettivo da quest’anno possibile grazie alle Linee guida nazionali sulla valutazione multidimensionale, pubblicate lo scorso anno sul Sistema nazionale delle Linee guida dell’Istituto superiore di sanità dopo il lavoro promosso dalla Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg) e dalla Società italiana di geriatria ospedale e territorio (Sigot), con il supporto metodologico dell’Istituto superiore di sanità e con il contributo di altre 25 società scientifiche. A distanza di alcuni mesi sta nascendo un nuovo paradigma di presa in carico del paziente anziano. Proprio in occasione del congresso Simg, si è tenuto il talk show dal titolo “Il mosaico della complessità: soluzioni innovative attraverso la valutazione multidimensionale”, il nuovo paradigma di presa in carico del paziente anziano, all’insegna di un’analisi complessiva degli aspetti clinici, psicologici e sociali per definire i percorsi diagnostici e terapeutici.
Le dimensioni che condizionano l’invecchiamento
Le Linee guida sulla valutazione multidimensionale offrono un’ottica inedita con cui inquadrare il paziente sopra i 65 anni. “Per affrontare il quadro clinico non si può fare a meno di considerare altre dimensioni – sottolinea Pierangelo Lora Aprile, segretario scientifico Simg -. Gli aspetti sociali, come solitudine o povertà, acquisiscono rilievo, altresì dei segnali iniziali di decadimento cognitivo, su cui oggi abbiamo ritardi diagnostici fino a 10 anni; la nutrizione influisce sulla sarcopenia e il conseguente rischio di cadute; la sedentarietà incide sulle sorti prognostiche delle malattie cardiovascolari, del diabete e altre ancora. Quando la fragilità diventa molto alta, ad esempio nei malati che si avvicinano alla fine della vita, diventano rilevanti anche gli aspetti spirituali, che sono indispensabili per affrontare gli ultimi anni di vita. Si passa quindi da una medicina finalizzata a trattare la malattia ad una medicina olistica finalizzata alla salute della persona nella sua interezza”.
La formazione dei giovani medici
“Come Simg stiamo integrando nella pratica clinica quotidiana questi strumenti – spiega Alberto Magni, responsabile Simg macroarea fragilità –. L’evoluzione consisterà nell’automatizzazione dell’uso dei dati che già si possono ottenere attraverso il Primary care frailty index, un indicatore di fragilità sviluppato da Simg, che potrà essere integrato nei software insieme agli strumenti offerti dalla valutazione multidimensionale. Già oggi vi è un nuovo modello nei percorsi formativi dei medici di famiglia, a cui viene spiegato con moduli di formazione appositi come la valutazione multidimensionale, attraverso domande specifiche sui diversi domini, sia uno strumento indispensabile per pianificare le cure. Con questo approccio la terapia viene armonizzata con il percorso clinico, psicologico, socio-assistenziale del paziente, con gli aspetti nutrizionali e vaccinali, oltre a migliorare la comunicazione tra operatori sanitari, paziente e caregiver. Questa formazione non si rivolge solo ai medici di medicina generale, ma anche a infermieri e altri operatori sanitari”.
I medici di medicina generale, perno del Ssn
“Le Linee guida rappresentano uno strumento di valorizzazione del medico di medicina generale, il quale, oltre a essere la figura più vicina al paziente, da sempre applica questo approccio olistico, ma con questo strumento può uniformare i criteri di valutazione e ogni clinico può definire un piano di cura personalizzato scientificamente certificato – evidenzia Alessandro Rossi, presidente Simg -. Il medico di medicina generale, se è messo nelle giuste condizioni, può produrre salute, favorendo un invecchiamento attivo grazie anche a una sinergia con gli specialisti. Prevenire le patologie o attenuarne i sintomi con interventi mirati significa evitare accessi in Pronto soccorso, ricoveri ospedalieri, rischi di disabilità, offrendo quindi anche una maggiore sostenibilità del Ssn”.