Si è svolto alla Fiera di Roma l’incontro dedicato alla “pediatria del futuro” nell’ambito di Welfair, la fiera del fare sanità. L’evento, coordinato dai professori Gian Luigi Marseglia (Università di Pavia), Massimo Agosti (Università dell’Insubria) e Fabio Mosca (Università di Milano), ha visto la partecipazione di direttori delle scuole di specializzazione, pediatri ospedalieri e di famiglia, oltre a numerosi specializzandi. L’incontro è stato un momento chiave per discutere le linee strategiche e le proposte innovative per la formazione dei pediatri di domani.

Focus sulla formazione interdisciplinare e sulla digitalizzazione

Tra i principali punti emersi, la necessità di un approccio formativo interdisciplinare, che prepari i pediatri ad affrontare le nuove sfide globali, quali le malattie croniche e gli effetti del cambiamento climatico sulla salute infantile. “È fondamentale che i pediatri del futuro abbiano competenze che vadano oltre la clinica e comprendano aspetti come l’impatto ambientale e le politiche sanitarie” ha affermato Marseglia. A tal proposito, si è discusso dell’integrazione di corsi di salute pubblica e di ecologia medica nei programmi di specializzazione. Un altro tema cardine è stato il ruolo della digitalizzazione, dalle piattaforme di telemedicina all’utilizzo di strumenti avanzati di diagnostica e monitoraggio a distanza. “Le nuove tecnologie non sono più accessorie ma centrali nella pratica pediatrica – ha continuato Marseglia -. Con la telemedicina possiamo ridurre le distanze, migliorare l’accesso alle cure e garantire continuità assistenziale, anche nelle aree meno servite.”

Innovazione nei percorsi formativi: simulazione e intelligenza artificiale

Per garantire una formazione realmente aggiornata, è stato proposto di rafforzare l’uso di tecniche di simulazione avanzata, che permettono agli specializzandi di esercitarsi su scenari clinici complessi in ambienti controllati. L’introduzione dell’intelligenza artificiale nei programmi formativi rappresenta un altro passaggio cruciale: i pediatri in formazione potranno utilizzare algoritmi di IA per affinare le diagnosi e ottimizzare le terapie, mantenendo comunque al centro l’approccio umano al paziente. “L’intelligenza artificiale può potenziare le nostre capacità, ma non può e non deve sostituire il legame diretto con il paziente,” ha ribadito Marseglia.

Il professor Gian Luigi Marseglia.

Promozione della ricerca e sostegno alle famiglie

Un ulteriore pilastro per la pediatria del futuro è stato individuato nella promozione della ricerca, che consentirà ai giovani pediatri di contribuire attivamente allo sviluppo di nuove conoscenze. I partecipanti all’incontro hanno anche sottolineato il ruolo del pediatra come promotore di politiche di supporto alla famiglia, per contrastare problematiche come la denatalità e sostenere il benessere delle nuove generazioni. “Dobbiamo formare pediatri che siano anche promotori di salute per l’intera comunità – ha aggiunto Marseglia -. Questo significa contribuire a politiche che favoriscano la natalità e un ambiente sano”.

Equità nell’accesso alle cure e valorizzazione delle competenze locali

Infine, l’incontro ha evidenziato l’importanza di garantire equità nell’accesso alle cure pediatriche su tutto il territorio nazionale. Tra le proposte più rilevanti, la creazione di reti di collegamento tra i principali centri ospedalieri e le strutture periferiche, sfruttando le potenzialità della telemedicina e dei consulti specialistici a distanza per ridurre le disparità regionali.

Un appello per la ricerca pediatrica

Durante l’appuntamento, è stato anche lanciato un appello riguardo all’importanza e ai vantaggi della ricerca pediatrica, sottolineando come essa rappresenti un pilastro fondamentale e come abbiano un impatto concreto, sia in termini di vite salvate sia di riduzione dei costi per l’assistenza sanitaria. “La ricerca pediatrica non è solo un investimento per il futuro dei nostri bambini, ma per l’intera società – ha affermato il professor Raffaele Badolato, direttore della clinica pediatrica dell’Università degli studi di Brescia, facendo riferimento a uno studio condotto in Australia -. I dati ci dicono che due terzi delle ricerche cliniche pediatriche hanno prodotto un’efficacia misurabile, contribuendo in modo significativo alla riduzione dei costi di assistenza pediatrica.” Secondo Badolato, è evidente che una buona ricerca in questo settore può non solo migliorare le cure, ma anche rendere più sostenibile il sistema sanitario. Nonostante questi risultati incoraggianti, Badolato ha evidenziato con preoccupazione un trend negativo nel finanziamento della ricerca pediatrica. Negli Stati Uniti, ha sottolineato, il supporto economico da parte del National Institutes of Health (NIH) è sceso dal 23% al 16% negli ultimi dieci anni. “Questa riduzione è significativa e si è verificata anche in Italia, sebbene manchino al momento dati quantitativi precisi”, ha aggiunto il direttore della clinica pediatrica di Brescia.