Uniti per essere più competitivi, uniti per proseguire la crescita. È con questo spirito che sta prendendo forma a Rovereto il processo di fusione tra il Dipartimento di psicologia e scienze cognitive (Dipsco) e il Centro interdipartimentale mente-cervello (Cimec), le due grandi realtà scientifiche e accademiche che costituiscono, ciascuna nei suoi ambiti disciplinari, un punto di riferimento accreditato a livello nazionale e internazionale dell’Università di Trento. E che, sempre insieme, contribuiscono a qualificare il ruolo di Rovereto quale città universitaria.
Il progetto
“Obiettivo di questa nuova fase dello sviluppo del polo di Rovereto – commenta il rettore Flavio Deflorian – è quello di creare un unico dipartimento multidisciplinare che, attraverso una maggiore massa critica, espanda la posizione di rilevanza scientifica nazionale e internazionale acquisita singolarmente dalle due strutture nella ricerca, nella didattica e nelle attività di ‘terza missione’ rivolte alla cittadinanza e ai portatori di interesse. Per garantire l’efficacia del progetto, l’Ateneo si è impegnato a investire risorse aggiuntive per sostenere le attività di ricerca e didattica già attive e per svilupparne di nuove in un’ottica interdisciplinare. E anche a vigilare sul principio di piena rappresentanza e pluralità delle varie aree disciplinari presenti: aspetto che costituisce la cifra innovativa dell’intero progetto”. La fusione è stata individuata come la soluzione più razionale per accompagnare la crescita delle due strutture accademiche.
Il futuro
Tra i progetti che potrebbero prendere vita grazie a questa fusione, l’istituzione di una scuola di specializzazione in psicologia con due percorsi, uno in neuropsicologia e uno in psicologia clinica. Ma anche lo sviluppo di progetti multidisciplinari che valorizzino le infrastrutture di ricerca che saranno in dotazione al Dipartimento. L’ampliamento della didattica e della comunicazione in lingua inglese all’interno del dipartimento potrà aiutare a rafforzare ulteriormente l’attrattività e la vocazione internazionale che già caratterizza entrambe le strutture.