I composti neuroattivi presenti nei pomodori possono influenzare la salute del cervello attraverso l’asse intestino-cervello. E’ quanto emerso dal progetto ‘NeuroTOm’, finanziato dall’Unione europea e condotto dalla Fondazione Edmund Mach di Trento in collaborazione con l’Università di Wageningen. “Nella prima fase di attività sono stati analizzati quattro tipi di pomodori – datterini biologici e convenzionali, pomodori a grappolo e lavorati – per individuare sia composti neuroprotettivi, come polifenoli e aminoacidi, sia sostanze che richiedono ulteriori studi, come gli additivi alimentari – si legge nello studio -. Questi elementi e il loro comportamento sono stati osservati in un modello simulato di digestione per riprodurne il percorso nell’organismo. I risultati del progetto condotto dal Centro ricerca e innovazione suggeriscono che alcune sostanze, tra cui la tomatina e il bisfenolo S, possono raggiungere il colon e da qui, potenzialmente, influenzare il cervello. Le informazioni e i dati ottenuti segnano un importante passo avanti nella comprensione del ruolo che può avere l’alimentazione nella prevenzione delle malattie neurodegenerative ed aprono nuove prospettive per future ricerche sulla dieta e la salute del cervello”.