Arrivano dall’Italia, ma anche dall’Austria, dal Brasile, dal Cile, dalla Germania, dal Libano, dal Marocco, dalla Moldavia, dal Pakistan e dalla Romania gli oltre 550 neodottori e neodottoresse che hanno affollato piazza Fiera a Trento per la cerimonia pubblica di laurea. Il più giovane è Gabriele, 21 anni da compiere; la più grande è Chiara, 57 anni fatti ad agosto. Tra i dipartimenti UniTrento, il più rappresentato è economia e management, con 154 titoli triennali conseguiti nell’ultimo semestre; seguono sociologia e ricerca sociale, a quota 109, e, a pari merito, ingegneria e scienza dell’informazione e psicologia e scienze cognitive, ciascuno con 69 laureati e laureate.

L’Università prepara a pensare internazionale

“La laurea – ha ricordato il rettore Flavio Deflorian – segna la conclusione di un percorso intenso e impegnativo, fatto di lezioni, studio, esami, sacrifici e successi. Avete incontrato ostacoli, grandi e piccoli, e li avete superati. Avete commesso errori, ma avete saputo trasformarli in occasioni di apprendimento. Non so dove vi porterà il vostro domani ma so per certo che vi sentirete a casa ovunque andrete, in Italia, in Europa, in tutto il mondo. Lo posso affermare perché l’Università vi ha preparato a pensare con una prospettiva globale e internazionale. Vi ha insegnato che la cultura non conosce barriere e ha il potere straordinario di superare ogni confine che l’essere umano tenta di tracciare o circoscrivere”.

Gli strumenti del sapere

Il rettore ha poi ricordato gli strumenti messi a disposizione dall’Università di Trento per chi vuole fare esperienze e costruire relazioni che vadano oltre i confini nazionali: i programmi di mobilità internazionale per studenti – Erasmus+, doppia laurea e accordi bilaterali – la collaborazione con oltre 650 atenei in tutto il mondo, il consorzio Eciu, al cui interno si testa un approccio formativo nuovo e flessibile. “Spero che tutto ciò – ha concluso il rettore – vi abbia trasmesso il senso di appartenenza a una comunità senza confini, unita dal valore della cultura e impegnata a promuovere il progresso della conoscenza in ogni ambito disciplinare. Perché l’Università non è un edificio, un luogo fisico, ma una comunità di persone che supera le barriere simboliche, linguistiche e ideologiche. Un luogo dove incontrarsi fisicamente, faccia a faccia, non schermati e a distanza, dietro a un computer o a un telefono”.

Il rettore di UniTrento, Flavio Deflorian. Foto di Federico Nardelli.

La cerimonia è stata organizzata con la collaborazione del Comune di Trento e della Provincia autonoma di Trento. “È stato un privilegio avervi con noi in questi anni. La vostra presenza è stata più importante di quanto voi possiate immaginare, perché una comunità studentesca porta non solo vivacità, ma punti di vista nuovi sul mondo. Porta energie supplementari: quelle che abbiamo visto all’opera nelle nostre associazioni di volontariato, che in voi studenti hanno trovato un arricchimento impagabile. Porta volontà di futuro, capacità di immaginare, di progettare fuori dagli schemi del noto e del conosciuto – ha detto Elisabetta Bozzarelli, vice sindaca del Comune di Trento e assessora con delega in materia di cultura e turismo -. Non lasciate imbrigliare le vostre energie. Pretendete di avere un ruolo e di far valere il vostro desiderio di cambiamento. Abbiate sempre l’ardire di essere liberi e libere. Il pianeta che vi trovate ad abitare non è certo il migliore dei mondi possibili. E voi, con le vostre menti preparate e i vostri cuori coraggiosi, potete sempre fare la differenza”.