Se Filippo Terzi potesse sentire le vibrazioni che stanno percorrendo le pietre vive di Palazzo Lenci, nel cuore di Barchi, probabilmente ne sarebbe felice. Siamo nel Comune di Terre Roveresche, in provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche. Vi vivono neppure mille anime, in un luogo iconico per gli urbanisti a livello mondiale: il marchese Pietro Bonarelli della Rovere affidò nella seconda metà del Cinquecento all’architetto Filippo Terzi la realizzazione della sua “Cittadina Rinascimentale” trasformando Barchi nella piccola capitale della sua signoria, costruendo in rispetto della sezione aurea e creando una sorta di piccola città ideale. Dai fasti rinascimentali allo spopolamento di oggi: il borgo sta lentamente cercando una nuova identità ed un nuovo ruolo all’interno di un contesto economico e sociale in continua evoluzione. Turismo al centro, certo una prospettiva plausibile, ma come coinvolgere la comunità locale in un percorso che sappia tenere insieme tradizione, storia, cultura con innovazione e nuove forme di cittadinanza attiva. 

Luogo di incontro

In questo contesto 593Studio, società di consulenza in ambiti di ingegneria e progettazione architettonica partecipata con headquarter a Castelfranco Veneto, nel Trevigiano, ha deciso di acquistare Palazzo Lenci per renderlo luogo di incontro, cultura, divulgazione e sviluppo di iniziative legate al rilancio dell’antico borgo medioevale. La progettazione partecipata è già iniziata: sul sito www.inbarchiamoci.it è on line una spettacolare ricostruzione tridimensionale realizzata attraverso rilievi con tecnologia laser scanner e supporto di un drone. È la prima volta che l’intero borgo viene riprodotto in 3D a questa definizione, è possibile vedere ogni dettaglio muovendo il mouse in ogni direzione sul portale che coordina l’iniziativa. Nella ricostruzione tridimensionale di Barchi è stato fondamentale l’apporto del lavoro di ricerca svolto dal giovane architetto tedesco Johannes Kreye, che ha contribuito al lavoro di mappatura ed elaborazione digitale.


Il cantiere

“Abbiamo avviato a Barchi un cantiere, ma prima di tutto un laboratorio di partecipazione, sostenibilità ed inclusione seguendo i fondamentali etici che ci animano – annuncia Michele Sbrissa, ceo di 593Studio -. Dopo mesi di lavoro, finalmente la nostra idea è diventata progetto grazie al coinvolgimento di una rete di attori che assieme a noi ha accettato di intraprendere un percorso che porterà Palazzo Lenci verso un uso nuovo, aperto, sostenibile”. Collaborerà al progetto lo storico Marco De Santi, che ha recentemente pubblicato il libro “‘Al tempo dei gigli d’oro, storie di Barchi e del Ducato di Urbino”, un’interessante e inedita immersione nel secolo d’oro di Barchi, dalla nascita del vicariato nel 1539, alla fine del Ducato d’Urbino nel 1631. Un periodo nel quale alcune famiglie del posto acquisirono via via ricchezze, forza e importanza.

Il cronoprogramma

L’iter dei lavori è definito. Oltre alla ristrutturazione del palazzo del Cinquecento, che sarà reso di nuovo agibile, ad est sarà aperto il portone di Palazzo Lenci verso corso Umberto, ad ovest sarà creato un varco dal giardino interno verso Vicolo degli Ebrei: un nuovo corridoio urbano e architettonico in dialogo coi residenti e i passanti dal forte significato simbolico. Ma la parte più interessante del progetto è il fatto che sia figlio di un’iniziativa di progettazione partecipata, ribattezza InBarchiamoci. È stato infatti creato un portale internet, www.inbarchiamoci.it, che spiega le varie fasi del progetto e chiede proposte e suggerimenti da parte dei residenti per condividere con loro come utilizzare lo spazio. Non solo. Le finestre dello stabile sono state rivestite da immagini ed è stata posta all’ingresso una bacheca dove è possibile attaccare dei fogli con le proprie idee. Il tutto attraverso una mappa concettuale basata su sei parole chiave: ecosistema, innovazione, identità, storie, partecipazione e persone.

Il sogno

“Il nostro sogno è quello di donare nuova vita allo stabile e al borgo – conclude Sbrissa -. Vorremmo  ospitare piccoli laboratori commerciali e di artigianato, spazi dedicati all’arte e alla cultura, ospitalità lenta, associazioni locali, il tutto in una cornice di semplicità, bellezza, coerenza storica ed innovazione sociale. Ringraziamo il Comune di Terre Roveresche, la Pro Loco di Barchi, le associazioni locali e i singoli cittadini per il supporto concesso fin da subito all’iniziativa che ci impegnerà per i prossimi anni e che speriamo possa venir imitata anche in altri luoghi”.