L’ateneo di Trento si aggiudica i finanziamenti sostenuti dal Fondo italiano per la scienza. Due i progetti selezionati tra duemila proposte scientifiche. Lo studio di Moritz Wurm intende applicare un metodo innovativo per capire come il cervello umano costruisce la rappresentazione della realtà dinamica. La ricerca di Anna Cereseto punta a scoprire nuove tecnologie per la cura di malattie genetiche. Dei circa duemila progetti 47 sono stati giudicati meritevoli del conferimento. Tra questi, due afferiscono a docenti dell’Università di Trento, che potranno così dare concretezza alle loro proposte scientifiche grazie ai quasi 2,5 milioni di euro erogati dal ministero. Come nel caso degli Erc, le proposte sono scelte in base al criterio dell’eccellenza scientifica in tutte le discipline, dalle scienze matematiche, fisiche e naturali all’ingegneria alle discipline umanistiche. Dopo una lunga fase di selezione e valutazione partita un anno e mezzo fa, sono stati formalizzati in questi giorni i finanziamenti assegnati.
Dynamo
Il progetto del ricercatore Moritz Wurm si sviluppa nel campo delle neuroscienze. Lo scopo è capire come avviene la rappresentazione degli eventi dinamici nel cervello umano. In particolare in che modo le raffigurazioni cambiano durante ogni punto temporale di un evento in corso. Lo studio si avvale di un nuovo metodo di ricerca definito “analisi di similarità della rappresentazione dinamica” (dRsa). Questo metodo permette di capire come il cervello costruisce un modello dinamico della realtà che ci circonda, il che può anche aiutare a comprendere meglio disturbi mentali che si pensa siano dovuti a un disordine dei meccanismi predittivi, come l’autismo.
My Bet
Lo studio di Anna Cereseto, docente di biologia molecolare al Dipartimento Cibio, si inserisce nel filone delle tecniche dell’editing genomico, al quale la studiosa si dedica da anni. Un ambito di ricerca finalizzato allo sviluppo di terapie per le malattie genetiche. L’obiettivo del progetto è ottimizzare l’attuale sistema Crispr-Cas9, la forbice molecolare in grado di tagliare o modificare le parti del Dna dannose. Scoprire nuove proteine, più piccole, per poi adattarle all’essere umano.
In prospettiva, l’intenzione è quella di riuscire ad arrivare al sistema nervoso centrale, oggi ancora difficile da raggiungere. Un passaggio che potrebbe aprire nuove strade alla cura di malattie gravi come l’atrofia muscolare spinale (Sma).
Il nome del Progetto, che tradotto letteralmente significa “la mia scommessa”, è l’acronimo di “Microbiome yielded biotechnological evolution-based therapies”.