Dopo ben 5 anni è tornato in Lombardia il Congresso regionale della Società scientifica dei medici di famiglia, Simg. Ed è una notizia, considerando le priorità emerse nel dopo pandemia e nella riorganizzazione della sanità territoriale dove tra tagli, riassetto generale, pensionamenti, cambio generazionale, i medici di medicina generale costituiscono un elemento vitale. La Simg lancia l’allarme sui problemi della sanità territoriale con questo Congresso: un’occasione significativa, in quanto la realtà lombarda rappresenta uno spaccato dell’Italia, con grandi aree metropolitane, città di media dimensione, zone oro-geograficamente difficili da raggiungere con piccoli nuclei abitati sparsi e difficilmente correlabili. Pertanto, all’avanzata qualità dei servizi offerti, si affiancano problemi di carattere nazionale come lunghe liste d’attesa o difficoltà ad accedere ad alcune prestazioni, su cui la Simg si impegna a collaborare con le istituzioni per dare risposte ai cittadini.
Carenza di medici
Dalla ricognizione fatta da Regione Lombardia tra le Asst lombarde, a cui dall’1 gennaio 2024 è passata al competenza per la gestione prima in carico alle Ats, mancano nel complesso 1.435 medici di famiglia, in aumento rispetto al 2023 quando, dal monitoraggio fatto presso tutte le Ats, mancavano 1.326 tra medici di medicina generale e pediatri di libera scelta. Ma il problema della medicina generale non è solo numerico, tanto più che dal 2030 questo aspetto di dovrebbe alleviare. “In questa fase, in Lombardia come nel resto d’Italia, c’è un problema numerico: sia nella medicina generale che in molte specialità non ci sono medici sufficienti per coprire le posizioni scoperte – sottolinea Massimiliano Franco, presidente del Congresso e medico di medicina generale a Pavia –. Nella provincia di Pavia, per esempio, quest’anno, su 25 posti disponibili per iniziare il corso triennale di formazione in medicina generale ne sono stati occupati solo 8. A inizio maggio, sempre a Pavia, su 74 posizione aperte nei cosiddetti ambiti carenti di assistenza primaria, ne sono state occupate solo 6: oltre il 90% è rimasto vacante. Questo problema avrà un’inversione di tendenza nel 2030, quando, secondo le proiezioni, si avrà un numero maggiore di medici come conseguenza dell’aumento delle persone ammesse a medicina. Tuttavia, rischiano di persistere altri problemi: oltre alla necessità di formare queste nuove generazioni, la medicina del territorio dovrà essere resa più attrattiva, più ancora che meglio remunerata, con regole precise e un personale infermieristico e amministrativo di supporto che permetta ai medici di svolgere esclusivamente l’attività clinica”.
L’associazionismo
Una delle strade proposte e avviate dalla medicina generale è quella dell’associazione tra diversi medici di famiglia, per ottimizzare spazi e risorse a disposizione. Proprio a tale scopo si sta definendo un’offerta formativa non solo sulle competenze medico-scientifiche, ma anche sulla dimensione organizzativa e manageriale della medicina generale, in base alle dimensioni delle diverse realtà. “L’associazionismo è il futuro della medicina generale – evidenzia Massimiliano Franco –. Le forme associative avanzate sono già una realtà, con accorpamenti che vanno da un minimo di tre Medici a un massimo di 15. Spesso vi sono degli ostacoli, come la reperibilità di spazi adeguati nei grandi centri e la scarsità di clinici nelle aree meno densamente popolate. L’aggregazione necessita quindi di un contributo organizzativo dalle Asst, che dovrebbero incoraggiare questo approccio e fornire personale di studio e infermieristico, al fine di rendere più efficace il lavoro sul territorio con ogni figura professionale preposta allo svolgimento dei propri compiti”.
Nessuno che chiede il perché di questo scarso appeal per la medicina generale a chi potrebbe realmente spiegarne le ragioni.
Cioè ai medici di medicina generale in servizio.
Tantissima burocrazia spesso offensiva per chi ha studiato 25 anni(richiesta di pannoloni,aghi e pungidito,etc)
Retribuzioni vergognose(non tutti sanno che un medico di medicina generale riceve circa 50 Euro lorde per paziente/anno),con tutte le spese di gestione dell’ambulatorio a suo carico.
Un qualunque artigiano rende la stessa cifra solo per l’uscita..
Niente ferie (quando ci assentiamo dobbiamo farci sostituire da un collega, pagandolo o restituendogli il piacere)
Niente malattia..per cui spesso andiamo in ambulatorio acciaccato a certificate dubbie malattie dei nostri assistiti.
Potrei continuare…
Ma mi fermo qui..
Capito perché pochi vogliono fare questo mestiere?
O no?