Metti un cestista professionista americano alto più di due metri e uno chef napoletano, che dalle case popolari di Frattamaggiore è arrivato ad aprirsi un locale a Brescia. Metti un piatto storico della tradizione partenopea e la voglia di insegnare la ricetta al popolo di Tik Tok. Nasce così l’ultima iniziativa culinaria di Ciro di Maio, noto per essersi dedicato all’insegnare l’arte della pizza ai detenuti del carcere di Brescia e per il proprio impegno sociale. L’idea è stata quella di presentare la sua ricetta degli scialatielli alla gallinella di mare, piatto della tradizione napoletana, apprezzato per la semplicità dei suoi sapori e la sua delicatezza. Il pesce bianco, i pomodorini, l’olio extravergine, ma anche un tocco di prezzemolo con alla fine il sapore del piccante. È questa la ricetta di chef Ciro per la pasta alla gallinella di mare, pesce noto anche come coccio (‘o cuoccio) in Campania, pesce che si presta molto bene alle ricette di pasta, in particolare quella lunga, come gli scialatielli, formato usato nella tradizione campana, con un nome che deriva da due parole tipiche della lingua napoletana, “scialare” (godere) e “tiella” (padella).

Nuova avventura

In questa nuova avventura Ciro di Maio ha scelto come partner il giocatore della Germani Brescia, Mike Cobbins, che non conosceva il tradizionale piatto napoletano. In un momento di assenza dai campi da gioco, ha potuto ammirare in diretta l’arte culinaria napoletana e poi assaggiare per la prima volta gli scialatielli alla gallinella di mare. Il video è postato sui social network di San Ciro, il locale di Brescia e si vede Ciro a raccontare la ricetta e la star del basket ad osservarlo, felice, in attesa del gran momento finale, quello dell’assaggio. “La ricetta gli è davvero piaciuta – dice Ciro -. Per me è un orgoglio, portare i gusti semplici della mia terra anche in Lombardia e diffonderli nel mondo dello sport professionistico è un onore. E poi ci siamo anche divertiti a parlare in inglese. In questo momento di difficoltà, tra guerre e crisi mondiali, gli ho ricordato il detto napoletano: “Quanno buono buono cchiù nera d’’a mezanotte nun po’ venì”. E così ce lo siamo tradotti tra di noi in “When good good. More black of midnight can’t come”. È stata una stupenda esperienza”.