Il tumore del colon retto è una neoplasia spesso silenziosa, e quando le persone si accorgono della malattia, questa spesso è già in stadi avanzati. La sua insorgenza è dovuta alla proliferazione incontrollata delle cellule epiteliali della mucosa che riveste la parte interna dell’intestino. Secondo le stime dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, questo tumore rappresenta il dieci per cento di tutti quelli diagnosticati nel mondo ed è il terzo per incidenza, dopo il cancro al seno e quello al polmone. Sebbene negli ultimi decenni ci sia stata una diminuzione dell’incidenza complessiva del cancro del colon-retto, c’è stato un aumento del numero di casi nelle persone di età inferiore ai 50 anni. Alcuni fattori di rischio, secondo gli studiosi, sono associati a obesità, stili di vita sedentari e alimentazione non corretta. Ma rimangono ancora incognite sulle cause responsabili di questo incremento.
Lo studio
Una risposta potrebbe arrivare dallo studio di un team internazionale che nei prossimi 5 anni sarà al lavoro per scoprire i meccanismi che collegano l’insorgenza precoce della malattia e testare nuove strategie per combattere questo tipo di patologia. Della squadra di ricercatori fa parte, unico italiano, Nicola Segata, professore del Dipartimento di biologia cellulare, computazionale e integrata – Cibio dell’Università di Trento e dell’Istituto europeo di oncologia. Il progetto si chiama Prospect ed è stato selezionato insieme ad altri quattro dalla Cancer Grand Challenges, un’iniziativa di finanziamento globale co-fondata da Cancer Research UK e dal National Cancer Institute che sostiene scienziati e scienziate di tutto il mondo che si riuniscono in gruppi di ricerca per studiare modi innovativi di affrontare le malattie oncologiche. Il team era tra i 176 team selezionati che hanno presentato proposte di ricerca sul cancro.
Il team
Il team, guidato da Andrew Chan del Massachusetts General Hospital e da Yin Cao della Washington University di St. Louis, riceverà fino a 25 milioni di dollari per portare avanti la ricerca. Al Dipartimento Cibio andranno quasi 750 mila dollari.
Prospect e UniTrento. L’obiettivo della ricerca è sviluppare nuovi metodi per valutare il rischio e prevenire il cancro del colon-retto negli individui con meno di 50 anni. La squadra di ricerca selezionata è formata da persone provenienti da 5 paesi del mondo che lavoreranno in ottica interdisciplinare. Si va dalla biochimica all’oncologia, dall’epidemiologia all’epigenomica, dall’immunologia alla gastroenterologia.
L’Università di Trento si occuperà della parte di microbiologia
“In particolare – spiega Nicola Segata – ci concentreremo sui potenziali fattori di rischio collegati al microbioma, cioè l’insieme di microbi del corpo umano. In base alle ricerche condotte nel nostro laboratorio abbiamo visto che c’è un legame con le persone che hanno questo tipo di tumore. Ma sono di solito pazienti con più di 50 anni. Vogliamo indagare quali sono gli elementi che anticipano la malattia nelle persone più giovani. Capire quali microrganismi intestinali e orali possono rappresentare un potenziale fattore di rischio. Ma cercheremo anche di scoprire come questi microbi possono essere acquisiti e trasmessi da una persona all’altra. Se la dieta o un certo stile di vita li favoriscono oppure no”.