Nelle terapie croniche, in particolare nelle dislipidemie, è stato osservato un preoccupante tasso di abbandono del trattamento, che supera il 40%. Questo fenomeno rappresenta una sfida significativa, poiché comporta una serie di conseguenze negative per i pazienti e per il sistema sanitario regionale. Quando un paziente decide di interrompere la terapia prescritta, l’investimento fatto dalla Regione per fornire il trattamento diventa un costo senza alcun vantaggio. Questo è particolarmente problematico nel caso delle dislipidemie, poiché si tratta di una condizione medica sintomatica che può portare a gravi conseguenze, come la formazione di placche arteriose che possono causare eventi come infarto o ictus. Questi temi sono stati affrontati nel convegno dal titolo Aderenza terapeutica in cardiologia quale risorsa per il contenimento dei costi socio-sanitari, promosso da Istituto internazionale scienze mediche, antropologiche e sociali e organizzato da DreamCom, con il patrocinio della Regione Lazio, e il contributo incondizionato di Daiichi Sankyo. L’incontro, che ha avuto sede presso il Palazzo della Regione Lazio, ha visto il confronto tra rappresentanti istituzionali ed esperti del settore, che hanno analizzato l’importanza dell’instaurazione di un “patto terapeutico” tra il Servizio sanitario e il paziente, per il raggiungimento degli obiettivi terapeutici prefissati.
Costo farmaceutico
Il professor Aldo Morrone, direttore scientifico IISMAS e già direttore scientifico IRCCS IFO Istituto San Gallicano, ha moderato l’evento, al quale ha portato il suo saluto anche Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio della Regione Lazio: “Sono rimasto impressionato dalla piccola percentuale dell’aumento del costo farmaceutico che secondo me corrisponde, nel corso del tempo, non a un costo ma a un investimento, perché quell’aumento porta a un risparmio non solo economico, ma anche ad un miglioramento della salute della persona. […] Penso che la politica in questi anni abbia peccato nell’ascolto: non ascoltare chi sta tutti i giorni sul campo e ha un polso della situazione diverso dal nostro vuol dire chiudersi nelle stanze per fare provvedimenti e leggi che, quando vai a declinare nel territorio, hanno qualche incompatibilità ambientale al di là della buona fede del legislatore, non riuscendo ad ottenere l’obiettivo prefissato […] Attività come queste possono essere propedeutiche anche nel far capire la cultura dell’aderenza terapeutica, che non è soltanto un risparmio per la Regione, è un guadagno per la salute della persona”.