La richiesta sempre maggiore di medicina estetica ha trasformato questa disciplina da restitutiva a trasformativa. “Si tratta di un andamento che non va bene per tantissimi motivi, ma soprattutto perché ci rendiamo conto che l’estetica e il buon gusto iniziano a mancare negli operatori della medicina estetica. Questa mancanza di eleganza da parte degli operatori si riflette ovviamente sulla cultura del pubblico. Per questo, va riportata l’attenzione sulla medicina estetica nel giusto modo”. Questa la premessa del presidente della Società italiana di medicina estetica, Emanuele Bartoletti.
La medicina estetica sociale
Se fatta in maniera corretta, la medicina estetica non può prescindere da un approccio diagnostico. Come tutte le discipline scientifiche. “L’approccio diagnostico della medicina estetica – spiega il presidente Bartoletti – è proprio una visita che inizia con una anamnesi tradizionale per controllare lo stato di salute generale del paziente, durante le quali non è strano riscontrare pre diabete, ipertensioneo altre patologie. Seguono tutta una serie di valutazioni morfo-antropometriche che vanno fatte a cominciare dalla valutazione posturale, importantissima anche anche nei soggetti giovani”. Da qui, l’esigenza della medicina estetica anche in soggetti adolescenti o giovani.
La medicina estetica preventiva
Intercettare un’alterazione posturale in età giovane, può evitare problemi più gravi con l’andare avanti degli anni. Un’altra ipotesi è quella che permette di intercettare nelle ragazze una positività per malattie circolatorie, agli arti inferiori, cellulite ad esempio ecc.. “In questo modo, anche se ad esempio dalla cellulite non si guarisce, possiamo insegnare a chi ne soffre uno stile di vita corretto e consigliare degli integratori o anche delle terapie, perché comunque va trattata al fine di evitare che nel tempo possa dare problemi di deambulazione a causa di gambe pesanti, gonfie, che fanno male ecc.. Ma non si ferma qui la nostra visita – continua Bartoletti – Ancora, facciamo una valutazione ecografica del tessuto adiposo e una valutazione angiologica degli arti inferiori per cercare di capire, appunto, se il grasso della paziente è ammalato di pannicolopatia oppure no. E poi il check-up cutaneo che ci permette di inquadrare il paziente da questo punto di vista, cercando di capire quali sono i suoi punti deboli e i suoi punti di forza e cercare di correggere le cattive abitudini (dall’esposizione solare all’utilizzo cosmetico) che possano deteriorare la qualità della cute velocemente”. Da questo, dunque, si evince quanto la medicina estetica sia soprattutto preventiva.
Chi è il medico estetico
Il medico estetico non è uno specialista in tutto, ma indaga la fisiologia, quindi se riscontra qualcosa di deviato in questa consiglia subito al paziente di andare dallo specialista di riferimento, altrettanto per la cute. “Se c’è un sospetto di un epitelioma basocellulare, quindi un tumore della pelle, oppure un sospetto di un neo che non ci convince, mandiamo subito il paziente dal dermatologo per avere una conferma diagnostica”, afferma il presidente Sime. Quindi si capisce quanto la medicina estetica possa essere utile nella prevenzione delle patologie, quindi prevenzione dei tumori cutanei, prevenzione dell’invecchiamento cutaneo, prevenzione di patologie correlate e di patologie anche a livello di altri apparati. “Ecco il pieno significato e l’importanza di quella che intendiamo come medicina estetica sociale. Ma non soltanto. – spiega Emanuele Bartoletti – Questa è la medicina estetica, cioè tutto quello che non prevede un approccio di questo tipo non è medicina estetica. Labbra, zigomi e botulino in eccesso non hanno nulla a che vedere con la medicina estetica. Una volta fatta questa visita, infatti, si fa un programma di prevenzione, un programma di manutenzione e poi un programma di restituzione. Non bisogna modificare il viso dei pazienti, bisogna esclusivamente correggere alterazioni estetiche costituzionali, come per esempio asimmetrie o malformazioni, quello che non va più bene o quello che sta invecchiando in maniera eccessiva, oppure quello che sta invecchiando senza riportarlo però a trent’anni prima. Ma l’aspetto deve essere di una paziente curata, che porta bene la propria età. Ma soprattutto ricordiamoci sempre che se un intervento di medicina estetica è ben fatto, nessuno se ne deve accorgere altrimenti vuol dire che è malfatto”.
Supporto ai pazienti con traumi
“Su questo, negli ultimi anni, stiamo cercando di lavorare per sviluppare in maniera concreta un buon metodo. Tanto che abbiamo fatto dei corsi di medicina estetica in oncologia per preparare i colleghi ad affiancare il paziente oncologico nella prevenzione, oltre che nella gestione, delle complicanze deella chemioradioterapia”, afferma Bartoletti che spiega come dal dal 2004 al Fatebenefratelli esista un servizio di medicina estetica in oncologia, che conta oggi il trattamento di oltre 500 pazienti. “Ci siamo resi conto – aggiunge – che il paziente, seguito da un punto di vista cosmetico, semplicemente con il check-up cutaneo e la prescrizione cosmetica mirata, prima e durante i cicli di chemio e radioterapia, sviluppa meno le complicanze a livello cutaneo e soprattutto riesce a finire il ciclo di terapia ed ha quindi una maggiore adesione al ciclo terapeutico e questo non è poco. Inoltre, il paziente che si sente seguito da un medico estetico sa che ha sicuramente la possibilità di tornare ad una vita sociale più normale, il più presto possibile”.