“Il 25 maggio è una giornata ‘difficile’ per la medicina e per la sicurezza dei pazienti: l’aula del Senato ha infatti approvato votando la fiducia al governo con 99 voti favorevoli, 54 contrari e 2 astensioni il ‘Decreto Bollette’ in cui è stata inserita una norma che per legge, e non per competenza, autorizza gli odontoiatri a eseguire terapie di medicina estetica anche sul terzo superiore del volto. “Si tratta di una norma decisamente pericolosa che mette a rischio la sicurezza dei pazienti – dichiara Emanuele Bartoletti, presidente della Società italiana di medicina estetica – autorizzare gli odontoiatri a eseguire terapie di medicina estetica al di fuori delle loro regioni anatomiche per legge è come se li avessero autorizzati ‘per legge’ a progettare il ponte sullo stretto, non considerando assolutamente le loro competenze e senza specificare il tipo di preparazione che devono avere per poter eseguire in sicurezza queste terapie. Come possiamo pensare che un odontoiatra possa eseguire una blefaroplastica non chirurgica senza conoscere l’anatomia palpebrale? O un filler in regione glabellare senza conoscere i rischi che si possono incontrare iniettando l’acido ialuronico in una vena o un’arteria di cui non si conosce la presenza e la esatta sede anatomica? Ricordo che una delle possibili complicanze in questo caso è la cecità. Credo sia una situazione di estremo rischio per la salute dei pazienti – aggiunge il presidente della Sime –. Il problema è che sicuramente nessuno passerebbe su un ponte progettato ‘per legge’ dagli odontoiatri, mentre meno chiaro potrebbe essere il concetto di non competenza di regioni anatomiche. Inoltre mi domando perché un odontoiatra debba essere spinto ad eseguire terapie di medicina estetica. Forse perché non è un buon odontoiatra? E allora perché dovrebbe essere un buon odontoiatra se esegue terapie non comprese nel suo percorso di formazione universitario? Non capisco come gli odontoiatri non vivano questo come uno sminuire la loro professione”. Secondo Sime “il paradosso è che si è appena concluso il Congresso nazionale della Società italiana di medicina estetica durante il quale è stato messo in evidenza l’importante ruolo sociale della disciplina con un consenso da parte di tutta la comunità scientifica sulla necessità di una profonda formazione del medico chirurgo per poter esercitare in sicurezza la medicina estetica. La Sime – conclude Bartoletti – in collaborazione con il Collegio delle Società scientifiche di medicina estetica e con tutte le società scientifiche di riferimento in branche affini, cercherà di interloquire con le Istituzioni competenti per poter correggere o limitare questa decisione politica nell’interesse assoluto della salute e della sicurezza della popolazione”.
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