Presentata la nuova attività di trapianto autologo con cellule staminali per i pazienti affetti da patologie del sangue. Alla conferenza stampa ha preso parte anche Roberto Valcanover, il presidente dell’Associazione italiana contro le leucemie, linfomi e mieloma (Ail) del Trentino che da molti anni sostiene i progetti dell’ematologia pediatrica e adulti. Nel corso della conferenza stampa il direttore generale di Apss Antonio Ferro ha affermato: “È motivo per me di grande soddisfazione annunciare che Apss, attraverso la Struttura dipartimentale di ematologia del Servizio ospedaliero provinciale, ha trattato i primi cinque pazienti affetti da patologie ematologiche utilizzando la procedura di auto-trapianto di cellule staminali emopoietiche. Quello che presentiamo oggi è una nuovo percorso di cura che offre la possibilità per i pazienti trentini di essere assistiti vicino a casa evitando spostamenti fuori provincia che a regime prevede la presa in carico di una quarantina di pazienti all’anno. Una nuova possibilità di cura a cui si è arrivati dopo un lungo percorso di accreditamento della nostra struttura di ematologia da parte di organismi nazionali e internazionali e per questo voglio ringraziare tutto il personale che si è speso per far sì che questo importante risultato diventasse realtà”. Ferro ha poi voluto esprimere il suo grazie all’associazione Ail per il supporto dato nel corso degli anni che “ha permesso all’ematologia di contare su finanziamenti volti all’acquisizione di risorse strumentali e a formare i professionisti permettendo al contempo un miglioramento e ampliamento del servizio offerto”.

Trattamento comsolidato

L’auto-trapianto di midollo ossia il trapianto di cellule staminali emopoietiche è un trattamento consolidato, attuato da molti anni, nei reparti di ematologia, come terapia indicata nei pazienti giovani affetti da mieloma multiplo e come terapia di salvataggio nei pazienti affetti da linfoma di Hodgkin o linfomi non Hodgkin. Il trapianto autologo è il momento finale di un percorso che dura alcuni mesi e che prevede vari cicli di chemio-immunoterapia, con l’obiettivo di ridurre al massimo la quantità di malattia. Con uno di questi cicli di terapia si vanno anche a raccogliere le cellule staminali dello stesso paziente che vengono congelate con un’apposita sostanza criopreservante fino al momento in cui sarà prevista la reinfusione. Le cellule così congelate e conservate possono sopravvivere diversi anni. Il percorso si conclude con la procedura di auto-trapianto che consiste nella somministrazione di una chemioterapia ad alto dosaggio seguita dalla reinfusione delle proprie cellule staminali emopoietiche precedentemente raccolte. Queste consentono di ripopolare il midollo osseo riducendo quel periodo più delicato per il paziente, di abbassamento del valore dei globuli bianchi, delle piastrine e dei globuli rossi, e pertanto i potenziali rischi di infezione ed emorragia connesse con la procedura.