Si è tenuto a Pinzolo il 2° convegno nazionale La medicina di montagna ed il cambiamento climatico. Un appuntamento fondamentale per l’approfondimento di diverse tematiche, come per esempio quella, molto attuale, legata al cambiamento climatico, ma un’occasione anche per discutere del rapporto tra la montagna e i diversi tipi di paziente, la prevenzione vaccinale, i consigli nutrizionali, ma anche la gestione dei rifugi. È stato così possibile riflettere sulla montagna, sulle opportunità da lei offerte, ma anche sulle sfide che si presentano e presenteranno, se si vuole continuare a godere di questo patrimonio. Medici, scienziati, veterinari, guide alpine e dirigenti della pubblica amministrazione si sono così avvicendati sul palco, discutendo sul cambiamento climatico e sulla medicina di montagna sotto vari aspetti ed implicazioni: igiene, patologie, cure, prevenzione, ma anche lo specifico ruolo del professionista Medico in un ambiente alpino.

Sanità pubblica e montagna

Tanti gli argomento affrontati, si è parlato del rapporto tra sanità pubblica e montagna, degli effetti del clima alpino sulla salute dei bambini e degli anziani, fino ad affrontare tematiche specificamente mediche, come i possibili rischi e benefici dell’ambiente montano per i pazienti cardiopatici, neurologici e pneumologici. Un tema che non poteva mancare è stato anche quello dell’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute dei ghiacciai e, in particolare, sull’equilibrio e sulla fragilità dell’ambiente montano. Attualissimo il tema della presenza del medico e del pediatra di famiglia nelle aree montane, quello dei viaggi e dell’impatto del turismo sulla montagna, della prevenzione vaccinale nelle aree alpine, fino ai consigli nutrizionali per chi la montagna la frequenta e quali farmaci è meglio avere con sé in un ambiente alpino. Alcuni interventi sono stati dedicati anche al rapporto tra cambiamenti climatici e patologie proprie della medicina veterinaria, come le zoonosi e le parassitosi.

I temi della medicina, della salute e della prevenzione sono quindi legati a quelli dell’ambiente montano Primo fra tutti il delicato equilibrio che caratterizza il territorio alpino, sempre più minacciato dagli effetti dei cambiamenti climatici e dell’innalzamento delle temperature. Si pensi, ad esempio, alla progressiva riduzione della superficie dei ghiacciai – che potrebbe far temere per una loro definitiva scomparsa nel giro di pochi decenni – ma anche delle conseguenze sulla salute di chi in montagna ci vive o la frequenta. Riguardo agli effetti della pandemia sul turismo montano, sono sempre più numerose le persone che la frequentano e la vivono, rimanendo incantate dal relativo patrimonio naturalistico. Quando si è presentata la necessità di spazi aperti, ampi e incontaminati, in grado di garantire sicurezza e distanziamento, la montagna è diventata una delle mete più ambite, preferita ad altre destinazioni turistiche fino ad allora più ricercate.

Il ruolo della medicina di montagna

“Il rapporto tra montagna e medicina – ha dichiarato Antonio Ferro, past president della Società italiana di igiene e direttore generale dell’Apss di Trento – è un tema da sempre molto importante e sentito. Basti pensare quale importanza ha avuto la figura di quello che, in passato, si chiamava ‘medico condotto’ e che ora è il medico di famiglia, fondamentale per le popolazioni delle valli più periferiche e decentrate. Lo stesso rapporto che si ripropone anche adesso in una forma più attuale. Penso soprattutto alle legittime esigenze della popolazione e delle comunità locali per quanto riguarda la presenza di presidi e di servizi considerati fondamentali, come i punti nascita, la medicina e la pediatria di famiglia. Un altro aspetto fondamentale trattato nel convegno è quello della salute in montagna. Essa è salute perché significa attività fisica, aria pulita, recupero fisico, psichico e anche spirituale. Ma la montagna vuole anche molta attenzione, prudenza, coscienza e rispetto”.