Negli ultimi quattro giorni sono stati effettuati all’ospedale Santa Chiara di Trento tre prelievi multiorgano che hanno visto arrivare in Trentino équipe sanitarie da altre città italiane, dove poi, sono stati effettuati i trapianti. Grazie a questi gesti di solidarietà nove persone hanno potuto ricevere un organo salvavita. “Lo spirito di generosità e di solidarietà è radicato nella popolazione trentina – ha evidenziato l’assessore alla salute Stefania Segnana –, un’attitudine al dono certificata dai dati forniti dal Centro nazionale trapianti, che attestano come la nostra Provincia si ponga ben al di sopra della media nazionale, confermando quanto nelle nostre comunità siano elevate la consapevolezza e la sensibilità sul tema”. Dal direttore generale di Apss Antonio Ferro arriva il ringraziamento “per le famiglie che, pur in un momento di grandissimo dolore, hanno fatto una scelta di solidarietà e grande generosità scegliendo di donare gli organi dei propri cari e per chi ha fatto la propria scelta quando era in vita. Un gesto che ha dato a nove persone in attesa di trapianto una speranza e un futuro”.

Ospedale mobilitato

Il prelievo di organi ha coinvolto quasi tutto l’ospedale, oltre all’Unità operativa di rianimazione 1 del Santa Chiara, dove sono stati effettuate le tre donazioni: laboratorio analisi e microbiologia, radiologia, anatomia patologica, chirurghi, neurologi, oculisti, dermatologi, cardiologi e la direzione di presidio che si sono alternati per valutare, con la regia del coordinamento trapianti, l’idoneità dei donatori. Inoltre l’Unità operativa Trentino Emergenza ha coordinato il trasporto degli organi fino alle sale operatorie e il viaggio delle équipe arrivate per i prelievi, con il supporto della polizia di Stato. “Le donazioni e la modalità di decesso che le permette – afferma Lucia Pilati, coordinatore provinciale trapianti – sono estremamente rare (in Trentino negli ultimi anni sono state tra 10 e 20 all’anno) e capitano casualmente. Le persone che in genere possono arrivare alla donazione di organi sono quasi sempre vittime di un evento fulmineo e imprevisto ad esempio un arresto cardiaco, un trauma cranico o un’emorragia cerebrale: la morte è inattesa e lascia un vuoto improvviso nelle famiglie. La scelta di donare, e quindi di salvare o di aiutare persone ammalate, è per chi resta una piccola consolazione, qualcosa da cui ripartire in un momento di grande dolore”.