Restituire una voce umana a chi non ce l’ha più. In occasione della Giornata mondiale della voce, Zambon, multinazionale farmaceutica orientata allo sviluppo di terapie innovative volte a migliorare la salute e la qualità della vita dei pazienti, annuncia il suo sostegno ad Aisla – Associazione italiana Sclerosi laterale amiotrofica e si schiera al fianco della campagna My Voice, promossa dalla stessa associazione, pensata per permettere a tutte le persone con Sla di tornare a comunicare con una voce umana.

Giornata mondiale della voce

L’occasione è stata la Giornata mondiale della voce che si prefigge di incoraggiare le persone a prendersi cura del più importante strumento di comunicazione umana. Un tempo dedicato alla consapevolezza di un bene così importante che non possiamo mai dare per scontato. Le persone di Zambon hanno donato 125 voci per un totale di 15.500 parole che andranno a incrementare la “banca della voce” messa a disposizione delle persone con Sla. L’iniziativa è stata allargata anche alle imprese che fanno parte di OpenZone, il campus scientifico ideato da Zambon completamente dedicato alla salute, situato alle porte di Milano.

Aiuto concreto

Si tratta di un aiuto concreto per chi rischia di perdere la capacità di parlare con la propria voce a causa della malattia che – come hanno spiegato il direttore tecnico di Aisla, la dottoressa Stefania Bastianello, e la terapista occupazionale di Nemo Lab la dottoressa Giordana Donvito, entrambe presenti all’open day solidale – è uno dei motivi di maggiore sofferenza per le persone con Sla e per i loro familiari. Attualmente, esistono strumenti di Comunicazione aumentativa alternativa come il comunicatore oculare, fondamentali per permettere di trasferire i messaggi. Tuttavia, i registri vocali sintetizzati elettronicamente al loro interno conferiscono un tono di voce metallico e impersonale che spesso crea distanza e disagio. Una sofferenza che va a minare anche la stessa identità della persona, che non si riconosce in questi suoni.