Fornire ai clinici un aggiornamento sulle evidenze scientifiche a supporto del trattamento personalizzato sull’uso di inibitori di CDK4/6, del carcinoma mammario positivo per recettori ormonali e negativo per HER2, sia in stadio iniziale che avanzato di malattia in un’ottica di condivisione delle criticità nella pratica clinica lungo tutto il patient journey. Questo l’obiettivo del convegno Live 2 woman – il trattamento della paziente HR+/HER2- dall’adiuvante al metastatico, organizzato da OVER Group grazie al contributo incondizionato di Novartis e che ha visto partecipare i massimi esperti nazionali sul tema.

I progressi

“Negli ultimi anni notevoli progressi sono stati conseguiti nel trattamento del carcinoma mammario grazie all’introduzione nella pratica clinica di nuovi farmaci a bersaglio molecolare, come gli inibitori di CDK 4/6, il cui uso è associato a numerosi benefici per le pazienti in termini di sopravvivenza e miglioramento della qualità della vita. L’incontro, dedicato a giovani specialisti dedicati alla patologia mammaria, ha incluso tutte le figure professionali coinvolte nel complesso percorso terapeutico multidisciplinare del carcinoma mammario, quali oncologi, chirurghi, radioterapisti, anatomopatologi, farmacologi, esperti di nutrizione e di oncofertilità, puntando alla definizione di priorità e strategie terapeutiche personalizzate condivise da tutto il team multidisciplinare con l’obiettivo finale di migliorare la nostra pratica clinica”, ha detto Mario Giuliano, professore associato in oncologia medica Università degli studi di Napoli Federico II e medico specialista in oncologia medica A.O.U. Federico II di Napoli. “La giornata ha visto diversi momenti di dibattito sulla gestione multidisciplinare dell’Early Breast Cancer. È stato posto l’accento sul ruolo sempre più consolidato dei test genomici e della definizione del rischio di recidiva, si è parlato dei principali aggiornamenti scientifici nei diversi setting di carcinoma mammario. È stata posta l’attenzione sulla gestione a 360 gradi della paziente affetta da carcinoma della mammella non solo dal punto di vista terapeutico ma affrontando alcune importanti problematiche come la fertilità, la sessualità e la nutrizione”, ha spiegato Giuseppina Ricciardi, medico specialista in oncologia medica Azienda ospedaliera Papardo di Messina.

Il processo di cura

“Oggi le pazienti affette da carcinoma della mammella devono essere curate in ambito di Breast Unit che si fa carico della paziente sin dalla diagnosi ponendola al centro di un processo di cura e a cui prendono parte le diverse figure professionali, fra cui chirurgo senologo, oncologo, radioterapista, radiologo, anatomopatologo nonché genetista, psicologo e infermiera dedicata. Una o più volte alla settimana il team di professionisti partecipa ad incontri multidisciplinari, detti GOM, dedicati alla valutazione dei casi clinici, alla pianificazione delle strategie diagnostico-terapeutiche oltre che all’aggiornamento scientifico, per delineare il percorso di cura di ogni singola paziente. Si è fatto il punto con le nuove generazioni di oncologi sull’avvento dei recenti farmaci e biomarcatori che necessitano di tracciare nuovi algoritmi diagnostico-terapeutici”, ha dichiarato Maria Vita Sanò, medico specialista in oncologia medica Humanitas, Istituto clinico Catanese di Catania.